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mercoledì 06 dicembre 2023
 
Diritti umani
 

"Io sportiva afghana costretta a fuggire dopo il ritorno dei Talebani"

17/11/2023  La testimonianza di una campionessa di Muay Thai, che minacciata di morte dai talebani, ha dovuto fuggire in Pakistan e rinunciare allo sport. Amnesty International lancia un appello con la campagna "Chi lotterà al tuo posto quando non ci sarai più?" per incoraggiare i lasciti solidali a favore dell'organizzazione che tutela i diritti umani in Afghanistan

Hafiza Bahmani è una sportiva di successo e vincitrice di numerose medaglie  rappresentando il suo paese in competizioni internazionali.

«Sono una sportiva e un membro della squadra nazionale di Muay Thai dell’Afghanistan. Il mio più grande successo è la medaglia d’argento che ho vinto ai Campionati asiatici di Macao in Cina. Sono stata incredibilmente felice di rappresentare il mio paese a livello internazionale. Negli ultimi anni ho avuto molte libertà: ho potuto studiare, viaggiare, fare sport e seguire i miei sogni, con il sostegno della mia famiglia e dei miei allenatori sportivi. Anche allora ho dovuto affrontare molte sfide tra cui pressioni finanziarie e molestie solo perché sono una ragazza. Ovviamente ora le cose vanno peggio. Non potrò continuare il mio sport e non posso rappresentare il mio paese. Ora vivo in Pakistan e stare lontano dalla mia famiglia è una grande prova. Dopo la conquista del potere dei talebani nell’agosto 2021, non ho più svolto attività. La mia palestra è stata costretta a chiudere, e non ho più né il mio sport, né la mia professione. Sono stata costretta a fuggire dal mio paese perché ho avuto paura di perdere la vita. Ho ricevuto molte minacce di morte per telefono. L’8 settembre 2021 sono stata aggredita e ferita mentre tornavo a casa. Anche mia sorella è una sportiva e medaglia per l’Afghanistan e come me ha ricevuto più volte minacce di morte. Ho affrontato quotidianamente discriminazioni di genere e quindi sono stata costretta ad abbandonare la mia famiglia e il mio paese e rifugiarmi in Pakistan. La comunità internazionale dovrebbe fare tutto il possibile per esercitare pressioni sui talebani non riconoscendo la loro autorità a meno che non rispettino i diritti delle donne. Ma a mio avviso, è impossibile per la comunità internazionale farlo. Negli ultimi due mesi i talebani hanno dimostrato che non rispetteranno i diritti delle donne; stanno soffocando le voci delle donne afgane mostrando brutali violenze durante le diverse manifestazioni delle donne a Kabul».

Come Hafiza , tante donne che avevano potuto riconuqistare la libertà, lavorare, fare sport, mostrare il loro volto, sono state costrette a fuggire, o tornare tra le mura domestiche dentro un chador. Amnesty International rilancia l'appello a non dimenticare la grave crisi in corso in Afganistan, un paese che lotta con una delle peggiori crisi umanitarie al mondo e che dal 2021, con il ritorno al potere dei Talebani, sta vivendo anche una delle più feroci e sistematiche violazioni dei diritti umani, soprattutto di donne e ragazze: si calcola che ad oggi 1 milione e 100 mila ragazze siano state escluse dall'istruzione scolastica e universitaria mentre le donne sono di fatto segregate a un ruolo esclusivamente domestico. Un milione e Inoltre 1095 civili uccisi, il 43% degli organi di stampa chiusi, 2374 giornaliste estromesse dal loro lavoro:
Amnesty International continua a documentare e a denunciare i crimini contro la popolazione e, attraverso la campagna "Chi lotterà al tuo posto quando non ci sarai più?”, ricorda che il lascito solidale è uno straordinario strumento di solidarietà che consente all'organizzazione di lottare ogni giorno al fianco delle donne e degli uomini dell'Afganistan. 

Per ricevere maggiori informazioni su come destinare un lascito solidale in favore di Amnesty International è possibile richiedere la Guida Lasciti contattando Maria Grazia Diana, Responsabile Programma Lasciti, al 346 8274558, scrivendo a lasciti@amnesty.it  oppure visitando il sito https://amnesty.it/lasciti

 

 

 

 
 
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