Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 11 ottobre 2024
 
Diritti umani
 

"Io sportiva afghana costretta a fuggire dopo il ritorno dei Talebani"

17/11/2023  La testimonianza di una campionessa di Muay Thai, che minacciata di morte dai talebani, ha dovuto fuggire in Pakistan e rinunciare allo sport. Amnesty International lancia un appello con la campagna "Chi lotterà al tuo posto quando non ci sarai più?" per incoraggiare i lasciti solidali a favore dell'organizzazione che tutela i diritti umani in Afghanistan

Hafiza Bahmani è una sportiva di successo e vincitrice di numerose medaglie  rappresentando il suo paese in competizioni internazionali.

«Sono una sportiva e un membro della squadra nazionale di Muay Thai dell’Afghanistan. Il mio più grande successo è la medaglia d’argento che ho vinto ai Campionati asiatici di Macao in Cina. Sono stata incredibilmente felice di rappresentare il mio paese a livello internazionale. Negli ultimi anni ho avuto molte libertà: ho potuto studiare, viaggiare, fare sport e seguire i miei sogni, con il sostegno della mia famiglia e dei miei allenatori sportivi. Anche allora ho dovuto affrontare molte sfide tra cui pressioni finanziarie e molestie solo perché sono una ragazza. Ovviamente ora le cose vanno peggio. Non potrò continuare il mio sport e non posso rappresentare il mio paese. Ora vivo in Pakistan e stare lontano dalla mia famiglia è una grande prova. Dopo la conquista del potere dei talebani nell’agosto 2021, non ho più svolto attività. La mia palestra è stata costretta a chiudere, e non ho più né il mio sport, né la mia professione. Sono stata costretta a fuggire dal mio paese perché ho avuto paura di perdere la vita. Ho ricevuto molte minacce di morte per telefono. L’8 settembre 2021 sono stata aggredita e ferita mentre tornavo a casa. Anche mia sorella è una sportiva e medaglia per l’Afghanistan e come me ha ricevuto più volte minacce di morte. Ho affrontato quotidianamente discriminazioni di genere e quindi sono stata costretta ad abbandonare la mia famiglia e il mio paese e rifugiarmi in Pakistan. La comunità internazionale dovrebbe fare tutto il possibile per esercitare pressioni sui talebani non riconoscendo la loro autorità a meno che non rispettino i diritti delle donne. Ma a mio avviso, è impossibile per la comunità internazionale farlo. Negli ultimi due mesi i talebani hanno dimostrato che non rispetteranno i diritti delle donne; stanno soffocando le voci delle donne afgane mostrando brutali violenze durante le diverse manifestazioni delle donne a Kabul».

Come Hafiza , tante donne che avevano potuto riconuqistare la libertà, lavorare, fare sport, mostrare il loro volto, sono state costrette a fuggire, o tornare tra le mura domestiche dentro un chador. Amnesty International rilancia l'appello a non dimenticare la grave crisi in corso in Afganistan, un paese che lotta con una delle peggiori crisi umanitarie al mondo e che dal 2021, con il ritorno al potere dei Talebani, sta vivendo anche una delle più feroci e sistematiche violazioni dei diritti umani, soprattutto di donne e ragazze: si calcola che ad oggi 1 milione e 100 mila ragazze siano state escluse dall'istruzione scolastica e universitaria mentre le donne sono di fatto segregate a un ruolo esclusivamente domestico. Un milione e Inoltre 1095 civili uccisi, il 43% degli organi di stampa chiusi, 2374 giornaliste estromesse dal loro lavoro:
Amnesty International continua a documentare e a denunciare i crimini contro la popolazione e, attraverso la campagna "Chi lotterà al tuo posto quando non ci sarai più?”, ricorda che il lascito solidale è uno straordinario strumento di solidarietà che consente all'organizzazione di lottare ogni giorno al fianco delle donne e degli uomini dell'Afganistan. 

Per ricevere maggiori informazioni su come destinare un lascito solidale in favore di Amnesty International è possibile richiedere la Guida Lasciti contattando Maria Grazia Diana, Responsabile Programma Lasciti, al 346 8274558, scrivendo a lasciti@amnesty.it  oppure visitando il sito https://amnesty.it/lasciti

 

 

 

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo