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sabato 14 settembre 2024
 
 

Iraq: Ninive, spiraglio di salvezza

19/07/2014  Da lì passano cristiani e mnusulmani sciiti che fuggono dalle milizie radicali dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil). Per loro, e per una soluzione pacifica del conflitto, s'è mobilitata la Comunità di Sant'Egidio.

La piana di Ninive è l’ultimo rifugio dei cristiani che fuggono da Mosul, ormai in mano alle milizie islamiche dell’Isil. L’ordine dei guerriglieri del nuovo Califfato dell’Iraq non ammette condizioni: o abbracciare l’Islam o lasciare tutto e andarsene. L’unica via è quella che punta verso il Kurdistan e passa appunto dalla piana di Ninive. La maggior parte si ferma a Karakosh, dove i guerriglieri curdi peshmerga hanno respinto due settimane fa l’attacco delle truppe dello Stato silamico dell'Iraq e del Levante,  l’Isil appunto. In città si vedono ancora i segni della battaglia. I peshmerga hanno protetto Karakosh, che è la più grande città cristiana della piana di Ninive.

Le foto che Famiglia Cristiana pubblica a corredo di quest'articolo sono state scattate qualche giorno fa. Si vedono sui muri i segni della battaglia. Se non ci fossero stati i curdi l'Isis avrebbe dilagato nella piana di Ninive dove ci sono molti villaggi cristiani e dove vive oltre la metà dei cristiani iracheni (circa 200.000) rimasti nel Paese. Un mese e mezzo fa la Comunità di Sant'Egidio aveva accolto a Roma il presidente del Consiglio di Ninive, il curdo Bashar Al-Kiki e l'unico deputato cristiano dello stesso Consiglio, il siro-cattolico Anwar Hadaya per incoraggiare il progetto di una provincia pacificata in cui tutte le minoranze, a partire dai cristiani, potessero vivere e svilupparsi.

La provincia di Ninive è la seconda più grande del Paese dopo Bagdad e secondo la nuova costituzione federale gode di una certa autonomia, anche se ancora molti poteri previsti dalla Costituzione irachena sono solo sulla carta). L'avanzata dell'Isis dalla Siria e l'instabilità del governo di Bagdad sta mettendo tutto a serio rischio. Un grosso problema è quello idrico e dell'elettricità. Grazie ad un accordo recente negoziato dal Consiglio di Ninive la piana di Ninive può avere la corrente elettrica dal Kurdistan per alcune ore al giorno.


Ma il problema dell'acqua resta serio e c'è la necessità di fare alcuni pozzi per permettere ai villaggi di avere l'acqua. Altrettanto drammatico è il problema sanitario poiché all'ospedale generale di Karakosh e nei centri sanitari sparsi nei villaggi scarseggiano i medicinali e i medici non riescono a far fronte alle richieste sanitarie di migliaia di sfollati da Mosul accampati nella piana. La Comunità di Sant'Egidio ha aperto una raccolta di fondi sul proprio sito www.santegidio.org .

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