Oggi gli israeliani tornano a votare. Sono le terze elezioni politiche in meno di un anno e non è detto che saranno decisive. In Israele il quadro politico non presenta nulla di nuovo rispetto a quanto già visto nel voto di aprile e di settembre del 2019. Siamo sempre a un braccio di ferro tra il Likud di Benjamin Netanyahu e il partito Blu e Bianco di Benny Gantz.Netanyahu, 70 anni, è primo ministro dal marzo del 2009, fu già premier dal 1996 al 1999 ed è il primo ministro più longevo della storia del Paese. Benny Gantz, 60 anni, già Capo di Stato Maggiore della Difesa di Israele è entrato in politica nel 2018, fondando un proprio partito.
Nelle due precedenti elezioni sia Netanyahu sia Gantz si sono ritrovati ad un passo dai 61 seggi necessari per avere la maggioranza nella Knesset (il parlamento unicamerale con 120 seggi), ma nessuno di loro è riuscito a formare un governo.Anche questa volta i sondaggi della vigilia prevedono un pareggio, o quasi. Nessuno dei due partiti avrà i numeri per governare da solo, quindi sarà necessario formare una coalizione.Arbitro della situazione resta dunque Avigdor Lieberman, l’ex ministro degli esteri, fondatore e leader del partito di destra Israel Beytenu (Israele la nostra casa), che secondo i sondaggi dovrebbe conquistare 7/8 seggi. I sondaggi prevedono anche il successo della Lista Unita araba che avrebbe 14 seggi, un buon risultato che dovrebbe essere favorito da una forte affluenza della minoranza arabo-israeliana (circa 1milione e mezzo) che alcuni interpretano come reazione al discusso piano Trump per la soluzione del conflitto fra palestinesi e israeliani.
Possono influire sul voto di oggi la frustrazione degli elettori (sarà interessante vedere i dati dell’affluenza alle urne) e le vicende giudiziarie di Netanyahu, il quale dal 17 marzo dovrà rispondere davanti ai giudici di corruzione, frode e abuso di potere.Si vota fino alle 22. Per chi trova in quarantena a causa del coronavirus sono stati predisposti 14 seggi speciali.