Sopra, il neo cardinale Pierbattista Pizzaballa, 58 anni, francescano, Patriarca latino di Gerusalemme, in una cerimonia nella Basilica del Santo Sepolcro (Ansa). Sopra, da sinistra, il leader israeliano Shimon Peres (1923-2016) e quello palestinese Maḥmūd ʿAbbās, conosciuto anche come Abū Māzen, oggi 87, s'abbracciano sorridenti a margine di un incontro di preghiera per la pace a Roma, in Vaticano, con papa Francesco, 86, l'8 giugno 2014. Foto Ansa.
Una giornata di digiuno e di preghiera per la pace. È l’appello del Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, sulla guerra in Medio Oriente: «Chiediamo che nel giorno di martedì, 17 ottobre, tutti facciano un giorno di digiuno e astinenza, e di preghiera. Si organizzino momenti di preghiera con adorazione eucaristica e con il rosario alla Vergine Santissima. Probabilmente in molte parti delle nostre diocesi le circostanze non permetteranno la riunione di grandi assemblee. Nelle parrocchie, nelle comunità religiose, nelle famiglie, sarà comunque possibile organizzarsi per avere semplici e sobri momenti comuni di preghiera», afferma Pizzaballa in una nota del Patriarcato diffusa online.
«Il dolore e lo sgomento per quanto sta accadendo sono grandi. Ancora una volta ci ritroviamo nel mezzo di una crisi politica e militare. Siamo stati improvvisamente catapultati in un mare di violenza inaudita. L'odio, che purtroppo già sperimentiamo da troppo tempo, aumenterà ancora di più, e la spirale di violenza che ne consegue e creerà altra distruzione. Tutto sembra parlare di morte», si legge nella lettera.
«Ma in questo momento di dolore e di sgomento, non vogliamo restare inermi. E non possiamo lasciare che la morte e i suoi pungiglioni (1Cor 15,55) siano la sola parola da udire. Per questo sentiamo il bisogno di pregare, di rivolgere il nostro cuore a Dio Padre. Solo così potremo attingere la forza e la serenità di vivere questo tempo, rivolgendoci a Lui, nella preghiera di intercessione, di implorazione, e anche di grido. A nome di tutti gli Ordinari di Terra Santa, invito tutte le parrocchie e comunità religiose ad una giornata di digiuno e di preghiera per la pace e la riconciliazione», aggiunge il neo-cardinale, «è questo il modo in cui ci ritroviamo tutti riuniti, nonostante tutto, e incontraci nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione».
Un momento di preghiera per la pace nella chiesa parrocchiale di Gaza. Dalla pagina Facebook di padre Gabriel Romanelli.
All’appello ha annunciato la sua adesione il movimento di Comunione e Liberazione: «Condividiamo profondamente le recenti parole di Papa Francesco: 'il terrorismo e gli estremismi non aiutano a raggiungere una soluzione al conflitto tra Israeliani e Palestinesi, ma alimentano l'odio, la violenza, la vendetta, e fanno solo soffrire gli uni e gli altri. Il Medio Oriente non ha bisogno di guerra, ma di pace, di una pace costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità'», sottolinea Davide Prosperi, presidente di Cl, «nell'esprimere vicinanza commossa alle molte persone innocenti che stanno vivendo momenti di enorme dolore e di morte, e senza dimenticare le responsabilità di chi aggredisce, ci sentiamo ancora più provocati a prendere coscienza del fatto che l'uomo non è in grado di salvarsi da sé e che solo Dio può donare la vera pace», prosegue. «Ancorati all'amore infinito che Cristo, nascendo proprio in quella terra oggi così sofferente, ha donato a ogni essere umano come strada al compimento, offriamo a Lui nella preghiera ogni nostro piccolo ma necessario tentativo di costruire luoghi di dialogo e di fraternità, come ci chiede Francesco», aggiunge Prosperi. «Aderiamo quindi, in unità con la Chiesa e con tutti coloro che desiderano davvero la pace, all'invito del cardinale Pizzaballa. Il movimento si organizzerà a livello personale, famigliare e comunitario per vivere adeguatamente questa giornata di affidamento a Dio, considerandola anche un momento concreto di incontro e di missione verso tutti».