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domenica 18 maggio 2025
 
 

Davis: Italia-Cile. Come nel 1976...

14/09/2012  Comincia oggi a Napoli la sfida con i sudamericani per la permanenza in serie A. Intervista al ct Barazzutti, nel 1976 membro dell’unica squadra azzurra capace di aggiudicarsi il titolo

Da oggi la coppa Davis a Napoli, Italia-Cile per la salvezza nel tabellone di serie A. Il numero 1 azzurro Andreas Seppi (26° al mondo) affronta il 2° del Cile, Guillermo Hormazabal (289), a seguire, Fabio Fognini (54°, reduce da una decina di giorni di stop) e Paul Capdeville (161). Domani il doppio con Simone Bolelli e Daniele Bracciali opposti a Capdeville-Aguilar; domenica gli ultimi singolari, Seppi-Capdeville e Fognini-Hormazaball.

Si gioca all'arena da 4.000 posti realizzata per l'occasione sul lungomare, con il golfo nello sfondo. "Speriamo solo che non piova - auspica il sindaco Luigi De Magistris, alludendo al precedente dell’America’s cup di vela -, "ma siamo preparati anche a questo. Napoli si deve abituare a ospitare eventi importanti in via ordinaria, questo è stato organizzato bene e in tempi rapidi”.

Corrado Barazzutti dal 2001 è commissario tecnico azzurro, mentre nel 1976 era nella squadra che vinse la Davis, proprio in Cile.

“Abbiamo già affrontato i sudamericani l’anno scorso, battendoli 4-1, proprio a Santiago - racconta il ct friulano, 59 anni. “Questa sfida fa ricordare l’impresa di 36 anni fa, è importante per rimanere in serie A, e questo obiettivo va ben oltre la nostalgia”.

- All’epoca ci furono problemi di ordine pubblico, in Cile?

“Nella capitale fummo accolti molto bene, in maniera davvero ospitale. Le questioni erano solo in Italia, sul piano politico. Allora il Partito comunista ci chiedeva di non andare, come protesta nei confronti del regime militare di Augusto Pinochet. Superata l’empasse, a metà dicembre partimmo, e vincemmo per 4-1”.

- Mentre Pinochet lasciò il potere solo nel 1990...

“Secondo me fu azzeccata la scelta di partecipare, i politici sono pagati per risolvere problemi, ma non di questo genere. Lo sport è assolutamente sensibile a questi temi, eppure è giusto che resti indipendente”.

- Cominciò lei, battendo Fillol in 4 set, poi Adriano Panatta superò Cornejo in tre, mentre Paolo Bertolucci con Panatta si aggiudicò il doppio con gli stessi cileni.

“Fu il momento più alto del nostro tennis, che aveva perso due finali a inizio anni Sessanta contro l’Australia. La Davis resta un risultato di grande soddisfazione, siamo ricordati come gli unici azzurri capaci di aggiudicarci la famosa insalatiera, la competizione più importante e difficile”.

- L’anno successivo l’Italia fu sconfitta in Australia, nel 1979 la finale persa negli Stati Uniti, poi in Cecoslovacchia. L’ultima finale raggiunta nel 1998, 1-4 a Milano, contro la Svezia.

“Inutile pensare a quando potremo rigiocarne una. Concentriamoci su questo match, giorno per giorno. Il sogno di tornare a vincere la Davis è sempre vivo, adesso dobbiamo però convivere con una realtà diversa”.

- Due anni fa Andreas Seppi aveva detto no alla convocazione con la Bielorussia, nel 2008 Simone Bolelli si era chiamato fuori dall’incontro con la Lettonia...

“Già l’anno scorso era tornato il piacere di giocare la competizione, di stare insieme”.

- Napoli aveva ospitato la Davis nel 1939 e nel ’67, mentre nel 1995 qui fu battuta la Repubblica Ceca. In lizza c’era la candidatura sarda di Arzachena.

“C’è il tutto esaurito, il pubblico campano è caloroso, la location splendida, su questo lungomare senza traffico. È uno degli scenari più belli al mondo”.

- Chi è favorito?

“Assolutamente noi, in base alla classifica. Abbiamo una squadra di ottimo livello. Un 5-0? Non so se si potrà verificare l’en plein, a me interessa conquistare i tre punti”.

Il doppio non sarà così decisivo?

“I nostri giocatori sono classificati molto meglio, obiettivamente siamo più forti”.

Andreas Seppi vive la miglior stagione della carriera. È il più in forma?

“Anche gli altri stanno bene, ci sono le condizioni per una buona prestazione”.

Che voto darebbe alla stagione azzurra?

“Un bel 7,5. È stata piuttosto buona, ha portato ottimi risultati, anche a Fabio Fognini”.

E le donne?

“Nove e mezzo”.

Alle ragazze è mancato solo l’acuto a Wimbledon e alle Olimpiadi?

“Considerando i tornei del grande slam, nel complesso sono state straordinarie”.

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