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martedì 22 aprile 2025
 
 

Italia addio, riparte l'emigrazione

30/10/2013  Nell'ultimo anno in crescita le partenze da Lombardia e Veneto. L'Asia è la destinazione finale sempre più ambita. I dati del Rapporto 2013 di Migrantes. La Chiesa non si limita alla cura spirituale dei nostri emigranti né alle sole opere di carità, ma promuove i diritti umani e la giustizia.

Riprende. L'emigrazione italiana ha ricominciato a macinare numeri in crescita:  più 3,1 per cento rispetto al 2012; più 5,5 per cento se si prende come riferimento il 2011. E' un mosaico di volti. Di storie. Di speranze. Con la Chiesa impegnata a promuovere i diritti e a seguire la realizzazione piena delle persone oltre che ad assicurare la cura spirituale degli italiani espatriati e,  all'occorrenza,  gli aiuti materiali più urgenti. Lo testimonia il Rapporto 2013 della Fondazione Migrantes in un corposo studio presentato dal suo presidente, monsignor Francesco Montenegro, e dal suo direttore generale, monsignor Gian Carlo Perego.

DOVE VANNO GLI ITALIANI: ANCORA EUROPA, MA  E' SEMPRE PIU' ASIA


 I dati, innanzitutto. Secondo l’Anagrafe degli italiani residenti all’Estero (Aire) del ministero dell’Interno al 1 gennaio 2013 i cittadini italiani residenti fuori dei confini nazionali erano 4.341.156, il 7,3% dei circa 60 milioni di italiani residenti in Italia. L’aumento, in valore assoluto, rispetto allo scorso anno è di 132.179 iscrizioni, +3,1% rispetto al 2012. Chi ha detto addio all'Italia s'è stabilito in particolar modo in Europa. Ma, almeno a livello percentuale, colpiscono le impennante di Asia, America e di Africa. La ripartizione continentale rimarca, ancora una volta, che la maggior parte degli italiani residenti fuori dall’Italia si trova in Europa (2.364.263, il54,5% del totale); a seguire l’America (1.738.831, il 40,1% del totale) e, a larga distanza, l’Oceania (136.682, il 3,1%), l’Africa (56.583, l’1,3%) e l’Asia (44.797,l’1,0%).

Dal confronto dei dati Aire disaggregati per continenti dell’ultimo triennio emergono però riflessioni interessanti: l’aumento più vistoso riguarda, infatti, la comunità italiana in Asia (+18,5%) e, a seguire, l’America (+6,8%), l’Africa (+5,7%), l’Europa (+4,5%) e l’Oceania (+3,6%) per un aumento totale nel triennio 2011-2013 del 5,5% sul piano nazionale. Se ci si limita all'analisi del solo biennio 2012-2013, l’Asia spazza tutto e tutti: più 8,6 per cento. Anche  l’Italia, insomma, come il resto del mondo, guarda a Oriente. Una curiosità: la comunità di cittadini italiani all’estero numericamente più incisiva continuano ad essere quella argentina (691.481 persone), seguita da quella tedesca (651.852), da quella svizzera (558.545), da quella francese (373.145) e da quella brasiliana (316.699).

DA DOVE PARTONO I NOSTRI EMIGRANTI: ANCORA SUD, MA E' SEMPRE PIU' LOMBARDIA

Il 52,8% (quasi 2 milioni e 300 mila) degli italiani residenti all’estero all’inizio del 2013 è partito dal Meridione, il 32% (circa 1 milione 390 mila) dal Nord e il 15,0% dal Centro Italia (poco più di 662 mila). Si tratta però di un dato storicamente consolidato. Soggetto a qualche sorpresa se si affinano le ricerche. Se, infatti,  si analizzano solo le partenze più recenti, ovvero se si limita il confronto dei valori regionali al biennio 2012-2013 si coglie una  particolare dinamicità che, nell’ultimo anno, ha caratterizzato in particolare la Lombardia (+17.573), il Veneto(+14.195) e, solo successivamente, la Sicilia (+12.822). 

«Si assiste a un ritorno del protagonismo del Nord Italia come territori di partenza a discapito delle regioni del Sud dove probabilmente la crisi da fattore di spinta si è trasformata in causa di impedimento allo spostamento», si legge nel Rapporto.  «Il Settentrione, invece, nonostante la recessione economica, si caratterizza per essere attualmente un’area particolarmente interessata dagli spostamenti verso l’estero».

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