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sabato 22 marzo 2025
 
L'ACCORDO
 

Italia e Francia più vicine con il Trattato del Quirinale

26/11/2021  Alla presenza di Mattarella, Macron e Draghi siglato il patto che rafforza la cooperazione fra i due Paesi. Un'intesa, dopo ruggini e problemi, per affrontare meglio e insieme le sfide del futuro. La lettura che ne danno i giornali d'Oltralpe. Il quotidiano cattolico La Croix, ad esempio, sottolinea come l'intesa sia un modo per «rincollare i pezzi».

Nel cielo grigio di Roma la mattina del 26 novembre sono sfrecciate le pattuglie acrobatiche italiane e francesi, con un gran  rombo di motori e la diffusione di scie con i colori delle bandiere italiane e francesi.

Lo show aeronautico ha celebrato la firma  del Trattato del Quirinale fra Italia e Francia, un evento che si è svolto alla presenza di Sergio Mattarella, Emmanuel Macron e Mario Draghi. Un trattato per “favorire e accelerare il processo di integrazione europea”, ha spiegato Draghi, aggiungendo che il patto italo-francese servirà per "una gestione condivisa delle sfide comuni”.Con il Trattato del Quirinale, ha detto Macron,  "creeremo una visione geopolitica comune: condividiamo la visione europea e internazionale", contribuiremo a costruire una "difesa europea comune più forte che contribuisca alla Nato, avremo una cooperazione rafforzata nella lotta contro le migrazioni illegali e i trafficanti, per proteggere le frontiere esterne dell'Europa",

Il Trattato fu immaginato nel 2017 dal governo di Paolo Gentiloni, messo da parte in seguito  all’ondata populista e alle tensioni fra Roma e Parigi, riesumato nel febbraio del 2020 nel summit bilaterale di Napoli fra Conte e Macron, che segnò la riconciliazione dopo la bufera. Poi arriva Draghi e tutto si accelera per portare alla firma di oggi.

Il quotidiano Le Monde sottolinea in un’analisi i  rapporti altalenanti fra Italia e Francia durante la presidenza di Macron. L’intesa, la stima e l’amicizia  con MarioDraghi oggi sono molto forti ed è un rapporto nato già quando Draghi era alla guida della Banca Centrale Europea. I momenti più bassi dei rapporti fra Italia e Francia sono stati toccati nel febbraio del 2019, quando il governo francese decise di richiamare a Parigi l’ambasciatore francese a Roma, l’esperto Christian Masset, in seguito a quelle che vennero definite in un comunicato del ministero degli esteri francese “ripetute accuse, attacchi infondati e pretese assurde” da parte dell’Italia nei confronti della Francia. Erano settimane di continue tensioni su diversi temi: i controlli alle frontiere, la crisi in Libia, l’Alta velocità, l’estradizione dei terroristi italiani fuggiti in Francia durante gli “anni di piombo”, il sostegno di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista all’ala più estremista dei gilet gialli, il movimento di protesta responsabile di blocchi stradali, scontri con la polizia, vandalismo nelle città francesi. Il quotidiano Figaro ricorda che quello fu il momento dell’ “inverno diplomatico” fai due paesi.

Oggi vari articoli della stampa francese sottolineano i risvolti economici dei rapporti fra Italia e Francia. È una vecchia storia di fascinazione reciproca e di rivalità. Ma anche di collaborazione. La Croix ricorda l’ alleanza  fra Thales e Leonardo per realizzare satelliti, quella fra Essilor e Luxottica, la nascita di Stellantis, con la fusione fra PSA e Fiat-Chrysler. Tra le occasioni mancate,  l’accordo fra Alitalia e Air France e l’ integrazione fra i cantieri navali Chantiers de l’Atlantide e Fincantieri.

La Croix definisce il Trattato del Quirinale “un trattato per rincollare i pezzi”. L’articolo cita Jean  Pierre Darnis, consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), secondo il quale ” Il trattato serve per ristabilire un buon rapporto e affrontare il ritorno di eventuali nazionalismi”.  Ma, aggiunge Darnis, sarà  anche un nuovo strumento di governance per la competizione economica e industriale fra i due paesi.

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