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mercoledì 16 ottobre 2024
 
 

Ai francesi piace l'Italia dei "clown"

02/03/2013  In Francia i commentatori più attenti leggono la vittoria elettorale di Grillo e di Berlusconi alla luce della crisi dell'Europa. E concludono che...

A Parigi in questi giorni il clima é confuso. C'é una pioggerellina appiccicosa che dà a tutto un aspetto translucido. Fa freddo, ma ogni tanto il sole buca le nuvole e infonde illusioni di primavera. E'cosí anche nel cuore dei francesi, che dall'alba di martedí scorso valutano, commentano, reagiscono in vario modo ai risultati delle elezioni italiane, alla risposta elettorale che i loro strambi cugini d'oltralpe hanno fornito alle urne, lasciando tutti sbigottiti, tutti avvolti in una nebbiolina appiccicosa, tutti intirrizziti dal timore di una crisi europea, qualcuno animato però dalla speranza che "eppur si muove!".

Brice Couturier é un editorialista autorevole che lavora per una radio autorevole: France Culture. Ed é con molta autorevolezza che martedí mattina, quando i risultati delle elezioni arrivavano freschi freschi come le orate sui banchi del mercato, ha definito gli esiti come "il successo di uno, anzi, due buffoni". Inutile ricordare chi sono gli "uno, anzi, due". Per commentare, viene scomodato il filosofo polacco Kolokawski. Chissà se a quest'ultimo, specialista di Spinoza, avrebbe fatto piacere essere preso in causa per spiegare alla Francia i fenomeni Grillo e Berlusconi. Ma tant'é.

Kolokawski contrapponeva la figura del prete a quella del buffone. Il primo veniva definito garante della stabilità e della tradizione. Il secondo era dipinto come colui che sovverte l'ordine, col favore del principe. L'italia degli "uno, anzi due" avrebbe cosí affidato il suo futuro ai buffoni, al "vecchio Cavaliere rimesso in sella con i suoi scandali" e a Beppe Grillo che l'editorialista non esita un secondo a paragonare a Marine Le Pen, vista la critica comune sugli "incapaci di Bruxelles" e a tratteggiare caricaturalmente come "il difensore dell'Italia di una volta, quella con la lira e senza gli OGM".

Sebbene molti commentatori e analisti della situazione italiana siano più moderati, il fenomeno Grillo spaventa per le troppe incognite, per la logistica nebulosa di un movimento che esiste solo praticamente sulla Rete, per gli ondeggiamenti del leader un po' a destra e un po' a sinistra, per il tono spiazzante, per il ricorso alla "blague" ovvero al tono comico, che i francesi, privi di voglia e di pazienza per stare a far differenze fra l'ironia di Grillo e quella del Cavaliere, mettono in un calderone unico da chiudere ermeticamente con l'etichetta "bouffon". Salvo che in molti si sono accorti che il calderone chiuso in quel modo, altro non é che una pentola a pressione pronta a esplodere.

I quotidiani Liberation e Le Monde sono più attenti a giudicare quanto accade nel nostro Paese, meno "tranchants" nei loro giudizi.
In particolare gli editorialisti di Le Monde puntano il dito contro l'Europa, un'Europa senza progetti, incapace di suscitare l'entusiasmo di un cammino comune, incapace di trovare soluzioni comuni e lungimiranti per uscire dalla crisi. Buona parte dei francesi é solidale con l'Italia e col suo rifiuto di una politica d'austerità senza prospettive di crescita. C'é chi, come l'editorialista di Liberation, fa addirittura un "mea culpa" ammettendo che se l'Italia, sede del trattato di Roma e fino ad ora cosí vicina e favorevole all'idea di Europa, ha voltato le spalle, la colpa é anche della Francia e della "politica egoista di Merkel e Hollande".

Allo stesso modo, si é solidali verso gli italiani per il rifiuto manifesto di una classe dirigente obsoleta e minata nel cuore dalla corruzione. Le elezioni italiane, sarebbero cosí "una lezione per l'Europa", che se continuerà a rimanere sorda nei confronti delle esigenze dei cittadini falcidiati dalle misure di rigore, coverà in seno pericolose derive nazionaliste, come già accaduto in Grecia con Alba Dorata. D'altra parte é proprio Le Monde a suggerire un parallelo fra il Movimento Cinque Stelle e il partito ultranazionalista greco. Un parallelo forse improprio, ma quando un giornalista straniero sente cose come "l'immigrazione é una bomba a orologeria", un dubbio se lo pone. E'sempre Le Monde a analizzare la situazione paradossale dei giovani italiani. Se l'Italia é terza fra i Paesi industrializzati d'Europa, abbiamo anche un poco lusinghiero quarto posto per quanto riguarda le cifre della disoccupazione giovanile. Ancora una volta, in una situazione di crisi, l'Italia cerca l'uomo nuovo, l'alternativa antipolitica. Era successo con Berlusconi negli anni Novanta, dopo l'epilogo infelice di Mani Pulite e la pioggia di avvisi di garanzia che aveva messo a mollo tutta la vecchia classe dirigente.

Oggi, dopo gli scandali berlusconiani e la cura di austerità del governo tecnico, gli italiani sono nuovamente saturi e cercano soluzioni in Grillo. D'altra parte, anche in Francia, la poca risolutezza dei socialisti verso le emergenze della crisi, a qualcuno fa rimpiangere il decisionista Sarkozy, ad altri fa ripensare con nostalgia a Mélenchon, quello che, come Grillo, voleva salario minimo garantito per tutti e messa in discussione dell'euro. Di fronte alla crisi, l'"esotismo transalpino" é sempre meno esotico e sempre più famigliare.

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