Nessun tema le è estraneo. La famiglia rappresenta una sfida in campo educativo, religioso, sociale, economico, politico. Anche in quello urbanistico, a ben vedere, giacchè le famiglie abitano le città, hanno bisogno di un tetto, di trasporti, di luoghi dove incontrarsi. La famiglia è tanto, per un Paese. Se cresce lei, cresce la comunità intera. Vale anche da noi. La 47a Settimana sociale dei cattolici italiani si chiude con una serie di analisi puntuali. E di richieste concrete. E stato tracciato un percorso. «E per un viaggio come questo», ha commentato in chiusura il sociologo Luca Diotallevi, «non si parte quando si è pronti, ma si parte quando si è chiamati».
I giorni di Torino dimostrano che il tempo è giunto. «La famiglia non è un affare privato», ha sottolineato ancora Diotallevi. È
questo l’«elemento politicamente scorretto» che si vuole introdurre nel dibattito pubblico. Una constatazione, questa, a cui corrisponde
una tesi, mutuata dalla prolusione del cardinale Bagnasco: «L’architettura della famiglia è una parte essenziale, ineliminabile
nell’architettura della civitas». Questo comporta che «non ogni civitas è
compatibile con un’architettura della famiglia». Da qui, ha proseguito
Diotallevi, nasce l’esigenza che «la famiglia venga pubblicamente
riconosciuta».
1. La missione educativa della famiglia
«I cattolici, oggi più di ieri, hanno il
compito di raccontare la gioia dell’amore cristiano e testimoniare la
bellezza della famiglia». Lo ha detto Franco Miano, presidente
dell’Azione cattolica italiana, sintetizzando oggi i lavori del primo
gruppo di studio della Settimana Sociale, dedicato alla “missione
educativa” della famiglia. Sessanta gli interventi, ha riferito aprendo
al Teatro Regio di Torino l’ultima giornata dei lavori, dai quali è
emersa ad esempio la “valenza pubblica” della missione educativa della
famiglia, che fa della genitorialità non solo una generatività
biologica, ma anche una “generatività sociale”, che «si assume un
compito di cura che va al di là delle cure domestiche». Riconoscere la
“differenza”, tra i sessi e tra le generazioni, ma anche «il contributo
sociale delle famiglie, impegnate nell’adozione e nell’affido»: queste
le richieste delle famiglie cattoliche alla politica, anche
«individuando momenti pubblici di valorizzazione delle famiglie», con
un’apposita Giornata.
Scarica qui il documento riassuntivo di questo gruppo di lavoro.
2. Le alleanze educative, in particolare con la scuola
Serve “una Chiesa alleata della
famiglia”. Lo ha detto Maria Grazia Colombo, presidente dell’Agesc,
sintetizzando i lavori del secondo gruppo di studio della Settimana
Sociale, dedicato alle “alleanze educative”, in particolare con la
scuola. Il primo nodo affrontato, ha riferito la relatrice, è stato
quello del rapporto tra istituzioni, società e famiglia, “prima cellula
della società”, partendo dalla consapevolezza che “l’identità
relazionale generativa della famiglia è a fondamento della società”.
Quelle cattoliche, ha detto la presidente dell’Agesc, devono essere
“famiglie protagoniste, motivate ad attivare una risposta dello Stato,
devono scuotere la società”. Nel gruppo, è emersa anche la “grande
solitudine educativa delle famiglie”, che va superata attraverso una più
stretta “alleanza” tra scuola, famiglia e parrocchia”. Per quanto
riguarda la scuola, Colombo ha denunciato la “schizofrenia” di “genitori
o ossessivamente presenti, o parzialmente e totalmente assenti” e la
necessità, come antidoto, di “passare dalla partecipazione alla
corresponsabilità”. “Bisogna superare la logica di uno Stato educatore”,
ha detto la relatrice ricevendo un applauso.
Scarica qui il documento riassuntivo di questo gruppo di lavoro.
3. Accompagnare i giovani nel mondo del lavoro
“La questione educativa e quella
occupazionale rappresentano con tutta probabilità le due principali
emergenze che riguardano i giovani oggi in Italia”: lo ha detto suor
Silvana Rasello, salesiana, presidente del Centro italiano opere
femminili salesiane, che ha coordinato i lavori della terza assemblea
tematica su “Accompagnare i giovani nel mondo del lavoro”. Dal dibattito
è emersa la convinzione che “uno dei fattori principali che
garantiscono un percorso di successo scolastico e formativo è
rappresentato dalla qualità delle famiglie di origine degli studenti”,
da cui l’esigenza di sostenere la famiglia da parte della comunità
cristiana, in tutte le sue diverse fasi. Suor Rasello ha anche aggiunto
che “occorre valorizzare l’alleanza scuola-famiglia-parrocchia insieme a
una nuova cultura del lavoro, che non concepisca quest’ultimo
unicamente come merce”. Nel gruppo si è anche parlato di formazione
professionale, oltre che della opportunità di avviare imprese col
sostegno dei fondi europei.
Scarica qui il documento riassuntivo di questo gruppo di lavoro.
4. La pressione fiscale sulle famiglie
«La forte denatalità e
l’allungamento della vita provocheranno conseguenze pesantissime sulla
società italiana e sulla pressione fiscale, destinata ad aumentare
sensibilmente»: lo ha detto Roberto Bolzonaro, vice-presidente del Forum
delle associazioni familiari, che, alla Settimana Sociale, ha
coordinato i lavori dell’assemblea sul tema della pressione fiscale.
“L’inserimento del ‘fattore famiglia’ nel piano nazionale per la
famiglia” costituisce, secondo Bolzonaro, uno degli elementi di fondo
per portare la pressione fiscale sulle famiglie a livelli equi ed
accettabili. Tra i punti indicati quali importanti, ha richiamato
“sconti sui servizi pubblici e, ad esempio, sull’acquisto di libri
secondo il carico familiare”, “anche per chi frequenta le scuole
paritarie”. Ancora “la revisione dell’Isee come strumento che non generi
iniquità nella distribuzione di risorse e servizi”. Bolzonaro ha quindi
riferito la proposta di una più favorevole franchigia fiscale sulla
casa “rimodulata al numero dei figli a carico” che attenui gli effetti
pesanti dell’Imu. Ha poi richiamato la proposta di Zamagni su “un voto
per ogni testa, comprese quelle dei figli”, concludendo che “queste
riflessioni vanno diffuse a tutta la società civile”, cercando “il
dialogo anche con i non-cattolici, che è possibile e auspicabile, per
trovare convergenze in favore della famiglia”.
Scarica qui il documento riassuntivo di questo gruppo di lavoro.
5. Famiglia e sistema di welfare
Oggi è urgente costruire “un welfare
dell’et-et, e non dell’aut-aut”. Ne è convinto Francesco Antonioli,
giornalista del “Sole 24 Ore”, che a Torino ha sintetizzato i lavori del
quinto gruppo di studio, dedicato al tema: “Famiglia e sistema di
welfare”. “Il welfare State, la welfare society - ha spiegato - non
possono essere disgiunti: bisogna dare risposte complesse a problemi
complessi e senza ritardi”. Quello che serve è quindi “un welfare delle
responsabilità e delle capacità, che deve vedere in prima linea le
organizzazioni cattoliche”. Altro passaggio da compiere, secondo
Antonioli, è passare “da una logica assistenziale a una logica
abilitante”. “Che Stato è quello che spinge una famiglia a far finta di
separarsi o divorziare per ottenere punti in più che permettano ai
propri figli l’ingresso nella scuola materna?”, si è chiesto Antonioli,
ricevendo l’applauso della platea, ricordando che “l’erogazione delle
risorse, disgiunta da servizi adeguati, è inefficiente”. “La liquidità
c’è, anche in tempi di spending review”, e le famiglie hanno “il dovere
morale di vigilare perché non si sprechi”.
Scarica qui il documento riassuntivo di questo gruppo di lavoro.
6. Il cammino comune con le famiglie immigrate
«Nel dibattito sono emersi
cinque punti problematici», ha detto il
professor Maurizio Ambrosini, sociologo, professore alla Cattolica di Milano, coordinatore del sesto gruppo di lavoro. «Il primo deriva dal fatto che le comunità
ecclesiali sono immerse in un contesto in cui il pregiudizio e a
volte l’ostilità verso gli immigrati sono profondamente radicati. Un secondo nodo consiste nel passaggio dal codice del parallelismo a
quello della reciprocità: le comunità ecclesiali e le comunità
immigrate, anche cattoliche, vivono fianco a fianco, sostanzialmente
separate. Comunicano ancora poco. Un dato emblematico: nei consigli
pastorali parrocchiali e diocesani, anche di grandi diocesi, le
persone di origine immigrata sono rarissime
Un terzo nodo consiste nel passaggio dal codice del soccorso al
codice della convivialità. Molto dell’impegno dei credenti va
verso l’aiuto nel bisogno, tra l’altro ancora più pressante in
questo tempo di crisi. Ancora poco sviluppato, malgrado esperienze
positive, uno scambio paritario, un “sedersi insieme a tavola”. Un quarto nodo consiste nel passaggio da un orizzonte locale a un
orizzonte nazionale.
Un quinto nodo tocca lo sfruttamento e l’ipocrisia. Ci sono
famiglie italiane cattoliche praticanti che sfruttano gli immigrati e
le immigrate: nelle loro case, nei campi, nel lavoro».
Scarica qui il documento riassuntivo di questo gruppo di lavoro.
7. Abitare la città
Un forte richiamo a
recuperare il ruolo della famiglia come interlocutore autorevole ed
efficace rispetto alle politiche urbane e la necessità di un ritorno
a uno spirito di cittadinanza attiva, a progettazioni urbanistiche
partecipate, a una rappresentanza attiva nei consigli di quartiere e
di circoscrizione (che vanno ripristinati senza gettone di presenza!)
con un ruolo non solo consultivo, riconosciuto anche negli statuti
locali.
Questo è il primo punto emerso dalla sintesi della dottoressa Paola Stroppiana, già presidente nazionale dell'Agesci (scout). «Sul tema dell’abitazione», ha proseguito Stroppiana,
«sono emerse numerosissime esperienze positive, che vanno dall’housing
sociale alla coabitazione, dall’autocostruzione/auto recupero,
anche con riferimento alla rigenerazione dei centri storici per
evitare l’espansione/cementificazione attraverso il consumo di
territorio. In queste esperienze si coopera nel prendersi cura di
anziani, bambini e soggetti fragili, nell’acquistare beni e servizi
in maniera sostenibili, nel ridurre i consumi, per migliorare nel
complesso la qualità della vita e dell’ambiente. Alcuni interventi hanno
sottolineato la problematica connessa con le separazioni e in
particolare all’impatto che esse hanno sui figli anche in termini
di instabilità connessa alla necessità di spostarsi periodicamente
tra le abitazioni dei genitori separati».
Scarica qui il documento riassuntivo di questo gruppo di lavoro.
8. La custodia del creato per una solidarietà intergenerazionale
L’edilizia, i trasporti, la produzione e il consumo di energia sono
tre aspetti fondamentali della vita della famiglia. Moltiplicati nel
tempo e per il numero di nuclei che abitano soprattutto le aree urbane,
essi influenzano fortemente il futuro del nostro habitat. Deve
partire dall’interno delle stesse famiglie la possibile via per vivere
città più pulite e sostenibili. Questa la traccia su cui si è sviluppata la riflessione dell'ultimo gruppo di lavoro, coordinato dal professor Pierluigi Malavasi, ordinario di Pedagogia dell'organizzazione e dello sviluppo delle risorse umane alla Cattolica di Milano. Le esperienze in atto sono numerose. È
possibile ad esempio aggregarsi contro lo spreco, per consumare meno
producendo di più, creare consorzi per un consumo equilibrato, proporre
campagne sostenibili da diffondere e imitare, evitare il superfluo,
ricalibrare il rapporto tra domanda e offerta, nonché battersi affinché
il territorio non venga ulteriormente deteriorato. In Germania, ad esempio, molte città si rinnovano e costruiscono senza consumo di nuovo suolo, senza
allargarsi ma edificando e riutilizzando gli spazi già abitati o
abitabili.
Scarica qui il documento riassuntivo di questo gruppo di lavoro.