Lo chiamano “ius soli sportivo” e sta maturando. Siamo solo al primo dei due passi necessari a che il testo diventi legge: l’approvazione alla Camera, ora si deve passare al Senato. Ma è un passo che sana idealmente la frattura, normativa, che ha impedito fin qui allo sport di essere compiutamente la scuola di integrazione che retoricamente dice di essere e che in molti casi davvero è, a dispetto delle manifestazioni di razzismo che ad alto e basso livello talvolta la smentiscono più o meno marginalmente.
Ci diciamo spesso che lo sport e la scuola sono un laboratorio per la società del futuro: i luoghi in cui si gettano le basi dell’armonia o della disarmonia in cui saremo destinati a vivere, a seconda di quello che avremo saputo seminare tra i piccoli. Molto dipenderà da quanto si sarà assorbito a quell’età, molto dipenderà dalla nostra propensione a gettare fondamenta per ponti o per barriere.
In questo lo sport, al di là dei proclami, ha vissuto fin qui un paradosso: ha gettato ponti portando i bambini a giocare insieme sui campi agli sport più disparati, ma solo fin tanto che si è trattato di allenarsi, di imparare la tecnica, di giocare insieme senza ambizioni. Al momento di gareggiare molti ponti sono stati bruscamente tagliati sulla frontiera dell’agonismo, perché non era previsto il tesseramento dei minori stranieri residenti, con il risultato di vanificare il lavoro educativo compiuto fin lì e di escludere anche talenti veri.
La nuova legge, se uscirà com’è ora dal Parlamento, sanerà questo paradosso: farà sì che i minori di 18 anni che non sono cittadini italiani, ma sono regolarmente residenti almeno dal compimento del decimo anno di età, possano essere tesserati presso federazioni nazionali o associazioni di promozione sportiva con le stesse procedure previste per i cittadini italiani. Finora la norma era stata anticipata facoltativamente a singhiozzo: alcune federazioni tesseravano già ragazzi stranieri residenti altre no. Ora varrà per tutte, tutelando l’attività agonistica. Il diritto al tesseramento non si fermerà a 18 anni ma al completamento delle pratiche per l’acquisizione della cittadinanza.