La vittoria elettorale di Joe Biden diventa sempre più solida, anche se Trump ancora non si rassegna alla sconfitta. Con l'assegnazione degli ultimi due Stati, il bilancio finale dei grandi elettori è di 306 per Joe Biden e di 232 per Donald Trump. La soglia per vincere è 270. Il risultato è esattamente l'opposto di quello del 2016, quando Trump si aggiudicò 306 elettori contro i 232 di Hillary Clinton.Biden ha vinto anche nello stato della Georgia, dove un candidato del partito democratico non vinceva dal 1992. A Trump, invece, è stata assegnata la vittoria in North Carolina.
I giochi sembrano dunque fatti, anche Trump non ci sta e spera ancora in un ribaltamento della sconfitta attraverso el cause legali e nuovi conteggi. Tuttavia, anche se Trump riuscisse a recuperare a suo favore qualche migliaio di voti, il divario con Biden è troppo ampio. Trump forse si aggrappa alla speranza di portare qualche causa davanti alla Corte Suprema, dove c’è una maggioranza di giudici conservatori, ma è una strada impervia.
Tuttavia venerdì Trump ha mostrato una piccola crepa nelle sue certezze. Durante un briefing dedicato all’emergenza sanitaria (da più di una settimana gli Stati Uniti continuano a registrare una media di oltre 100mila nuovi contagi giornalieri) Trump (questa volta con i capelli più bianchi che arancioni), prima ha ribadito che "questa amministrazione non varerà mai alcun lockdown”, poi però ha aggiunto: “Il tempo dirà chi entrerà in carica in gennaio, ma qualsiasi cosa accada non faremo ricorso a questa misura”. Una velata allusione alla possibile accettazione della sconfitta.
Poco prima di queste dichiarazioni la portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany aveva annunciato: "Penso che il presidente Trump il 20 gennaio parteciperà al suo Inauguration Day”. A chi le chiedeva se Donald Trump parteciperà alla cerimonia del giuramento di Joe Biden il 20 gennaio, la portavoce ha risposto. "Il presidente Trump crede che sarà ancora il presidente e inizierà un secondo mandato”.
La posizione intransigente di Trump sta rendendo complicato il periodo di transizione fra le due amministrazioni. A Biden e ai suoi collaboratori è ancora negato l’accesso ai briefing dell’intelligence, necessari per capire le minacce alla sicurezza del Paese. Biden intanto sta preparando la sua squadra. Ron Klein, suo uomo di fiducia dal 2014, sarà il capo del suo staff, un incarico strategico per gestire il lavoro alla Casa Bianca.
Al nuovo presidente stanno arrivando telefonate di congratulazioni da parte dei principali leader mondiali. Ha chiamato anche Papa Francesco.Il colloquio segue il saluto dei vescovi statunitensi che, attraverso un messaggio del presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo di Los Angeles José H. Gomez, si erano congratulati con il secondo presidente cattolico dopo John F. Kennedy.