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sabato 19 aprile 2025
 
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Josè e i suoi compagni, i tredici ragazzi a tavola con il Papa: ora la Veglia

30/07/2016  Da stamane il Campus Misericordiae s'è andato riepimiendo di giovani giunti da tutta Cracovia per l'incontro con Franbcesco: 187 Paesi i rappresentati. A pranzo Bergoglio ha condiviso il pasto con 13 ragazzi: europei, americani, africani, asiatici. Un momento familiare. Un menù polacco. Battute. Domande in libertà.

Cracovia, Polonia
Dalla nostra inviata

Un tocco di colore e di gioventù. In sala stampa (dove a padre Lombardi è stato regalato un cappello uguale a quello regalato a papa Francesco) arrivano cinque dei 13 giovani che hanno pranzato con il Papa. Due (un ragazzo e una ragazza) per ogni continente, due in rappresentanza della Polonia e la portavoce della Gmg. Un menù polacco condito da selfie, risate e dialogo in cinque lingue, in particolare spagnolo e italiano. I ragazzi gli hanno chiesto cosa abbia provato a essere eletto Papa. "Ho sentito pace, una pace che è una grazia di Dio e mi accompagna anche ora", ha risposto Bergoglio. E ancora ha detto che si confessa ogni 15-20 giorni, da un francescano perché "la confessione è lasciarsi guardare dallo sguardo amorevole di Dio che tutto perdona". Ha parlato del carcere - "ogni volta che entro in un carcere penso che potrei essere io al posto dei detenuti e che solo la grazia di Dio mi ha consentito di evitarlo".  Il brasiliano José Pasternak, volontario della Gmg, ha raccontato che "il Papa è una persona molto umile, una persona molto gradevole, molto piacevole e durante il pranzo ci ha messo a nostro agio. E’ stato sempre aperto alle nostre domande e ha voluto parlare con tutti. Anche a quelli che a volte stavano più in silenzio, il Santo Padre ha detto: “E tu che cosa vorresti domandare?. E le risposte che ci ha dato sono state sempre molto concrete”.

“La mia speranza è che tu non perda mai la speranza”, è stata una delle frasi pronunciate dal Papa, durante il pranzo rispondendo a Raviro Tinotenda, della Nuova Zelanda. "Gli avevo chiesto quale fosse secondo lui la sfida più importante da raccogliere, in un mondo così lacerato: ha risposto di non arrenderci a quello che vuole il mondo, e di non perdere mai la speranza, di essere sempre vicini, solidali con il prossimo”. 

“Quando mi hanno detto, tre giorni prima che partissi per la Gmg, che ero stata scelta per pranzare con lui non ci credevo”, ha aggiunto Fatima Leung-Wai, della Nuova Zelanda, mentre la portavoce polacca della Gmg Dorota Abelmoula, ha sottolineato che il pranzo con il Papa è stata la "quinta catechesi che il Papa ha voluto fare con noi a tu per tu. Ha parlato con molta semplicità, parlando soprattutto di cose concrete, perché le nostre domande riguardavano come essere cristiani e come vivere l’essere cristiani nella vita quotidiana e attraverso l’evangelizzazione. E lui ci parlava di questo, perché ha sempre parlato delle cose concrete, in riferimento al Vangelo”.

“Non ho mai visto un Papa così alla mano”, ha infine raccontato la colombiana Paula Mora Diaz prima di lasciare la sala stampa alla volta del Campus Misericordiae a Brzegi dove si svolge la veglia di preghiera dei giovani con il Papa.

 

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