«Dio ha un cuore per l’uomo. Ha un cuore per ciascuno. E
vuole la vita del peccatore. E chi dice che bisogna scegliere tra misericordia
e verità non capisce che non c’è contraddizione tra le due cose: la
misericordia è la verità del Vangelo». Il cardinale Walter Kasper, alla vigilia
del Sinodo dei vescovi presenta il suo libro intervista “Testimone della misericordia”
(conversazioni con Raffaele Luise, edizioni Garzanti).
Cerca i termini giusti in italiano per non essere frainteso
mentre spiega che «nella Chiesa non ha senso parlare di conservatori e
riformisti. Il Papa è un conservatore della dottrina che propone costantemente
la novità del Vangelo. Il Vangelo si rinnova continuamente non nel senso che
cambia la dottrina, ma nel senso che ha sempre qualcosa di nuovo da dire agli
uomini e alle donne di oggi. Il Vangelo ha una ricchezza inesauribile. Se ci si
ferma nell’immobilismo non si trasmette il fuoco della fede, ma soltanto
ceneri».
Anche nel libro aveva
specificato: «Durante il Sinodo
straordinario io non ho parlato molto, ho preferito ascoltare e cercare di
capire le motivazioni dei critici. Non è mia intenzione promuovere il cambio di
dottrina, quello che voglio è renderla rilevante per i problemi che la gente
vive e sui quali si interroga».
E sui punti caldi dei separati, dei divorziati
risposati, delle unioni gay, della contraccezione il cardinale non avanza
ipotesi: «Sarà il Sinodo a discutere e non solo su questi punti, ma su tutti i
problemi della famiglia. Con il cuore aperto, con un linguaggio e un
atteggiamento inclusivi, con l’ascolto. Il Papa ha questa “teologia del popolo”
argentina che risale al Concilio Vaticano II. In questa visione il magistero della Chiesa non può essere che
di ascolto e di grande apertura verso la pietà popolare perché il popolo
possiede il fiuto e la saggezza per andare avanti. Ma essere magistero che ascolta
non vuol dire essere magistero che non decide. E il Papa, dopo aver ascoltato,
lo farà. Non è un nuovo modo di operare, è il ritorno alla tradizione. Pensiamo
al Concilio degli Apostoli a Gerusalemme. Pietro presiede l’assise e parla per
primo, poi ascolta, soprattutto Paolo con il quale ha dibattiti molto accesi.
Infine decisero insieme con il plauso della comunità. Penso che quel Concilio debba
essere, ora e in futuro, modello per il Sinodo».