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mercoledì 23 aprile 2025
 
 

Katidis e Miccoli: due esempi di un calcio che non vogliamo

23/06/2013  Vicinanza ai malavitosi e gesti che rievocano orrori del passato sono atteggiamenti che non dovrebbero mai essere associati allo sport.

Tristissimo doversi occupare dei casi di Fabrizio Miccoli e Georgos Katidis, ancora più triste non sapere subito come andranno a finire.
Perché un italiano colluso con i boss della mafia, intercettato mentre dà della feccia (fango in slang di cosca) a Falcone, e indagato per estorsione, ed un greco che dopo il gol esulta  col saluto nazista, dovrebbero sparire dal cielo dello sport un nanosecondo dopo essere apparsi nella loro orribile realtà.

E invece si dice, con calma sporca e non con sdegno pulito, del trentatreenne attaccante che “dovrebbe andar via da Palermo” città ormai per lui invivibile (ma davvero?), del ventenne centrocampista di suo peccato di ignoranza e del diritto di riscattarsi giocando a Novara (Atene lo ha cacciato, il cartellino è a costo zero, un affarone). E si mette avanti per il celebre calciatore italiano la difficoltà a non entrare in contatto con i boss quando si è popolari e appetiti, attenuante già concessa largamente a Maradona e anche larvatamente ad altri, come Sculli ed Aronica tanto per fa nomi, sino a sfiorare il Balotelli che gioca al gioco del pusher in quel di Scampia. Per il promettente (!) calciatore greco invece la scusa è l’ignoranza: quando il semplice negazionismo verso i crimini nazisti in certi stati è reato contemplato dal codice

Il nostro calcio da tempo non si fa mancare proprio nulla, frequentando mafia e camorra e n’drangheta, con alti dirigenti che abbracciano e sbaciucchiano boss, gemendo al Sud una realtà di campionati interi “abitati” dall’illegalità, riuscendo a fingere per anni che Bergamini del Cosenza si sia buttato sotto un camion per eccesso di gaudio sportivo. Non fosse che anche le scommesse sono gestite (e quindi snaturate) dalla criminalità organizzata, verrebbe la tentazione di scommettere sulla tipologia del prossimo scandalo.

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