Ancora una volta arriva da Kinshasa la notizia di un disastro. La capitale della Repubblica Democratica del Congo martedì 13 dicembre ha contato quasi un centinaio di vittime a seguito dei gravi danni provocati dalle piogge torrenziali che si sono abbattute sulla città. L’immensa metropoli, che sarà visitata tra qualche settimana da papa Francesco, conta oltre 12 milioni di abitanti distribuiti su 24 Comuni ed è situata sulla riva sinistra del fiume Congo, su colline e pianure attraversate da corsi d’acqua torrenziali mal incanalati o completamente intasati dai rifiuti.
Le acque che si sono riversate sulle deboli infrastrutture hanno causato crolli e voragini. «Siamo venuti per valutare i danni e il primo danno che vediamo è umano. I morti in questa parte della città sono una ventina e stiamo ancora continuando le ricerche per saperne di più», ha detto il primo ministro Jean Michel Sama Lukonde, durante la visita a Matadi-Kibala, l’ingresso occidentale della capitale. A Selembao, altro municipio di Kinshasa, ci sono 30 morti. A Binza-Pigeon nel Comune di Ngaliema, i dati indicano altre 30 persone decedute, tra cui molti bambini e bambine. Da tutte le zone di Kinshasa i corpi vengono inviati all'obitorio dell'ospedale generale.
Oltre ai danni umani, si riscontrano grandi danni materiali. Diverse case sono crollate a seguito dell'erosione, in particolare nel comune di Ngaliema, e altre sono state inghiottite dall'acqua. La strada nazionale RN1 che collega Kinshasa a Matadi nella provincia del Congo centrale è interrotta. Le immagini mostrano situazioni impressionanti: un’ampia strada con 4 carreggiate completamente scomparsa. Situazioni purtroppo ricorrenti in una megalopoli cresciuta senza ordine, su un terreno argilloso e senza le opere necessarie alla canalizzazione dell’acqua piovana.
L’Arcivescovo di Kinshasa, il cardinale Fridolin Ambongo, in un messaggio inviato ai fedeli e alla cittadinanza, oltre ad esprimere il cordoglio e la vicinanza a chi ha perso tutto, ha messo in evidenza le responsabilità che, pur nell’imprevedibilità degli eventi atmosferici, ricadono su chi dovrebbe garantire l’urbanizzazione e la manutenzione della città, senza peraltro negare le negligenze di ogni cittadino che deve fare un uso appropriato di ciò che è messo a disposizione. Tra poco più di un mese papa Francesco arriverà proprio a Kinshasa, capitale di un Paese dalle immense ricchezze e dalle ferite sempre aperte.