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giovedì 14 novembre 2024
 
 

Varsavia, l'ora del disgelo

17/08/2012  Il patriarca di tutte le Russie Kirill e monsignor Michalik, presidente della Conferenza episcopale polacca, hanno firmato uno storico documento di riconciliazione.

La firma è avvenuta a Varsavia, nello storico Palazzo reale, ricostruito dopo che i bombardamenti nazisti del 1944 lo avevano ridotto in macerie. Attorno al tavolo, a mezzogiorno di oggi, il presidente della Conferenza episcopale polacca (Kep) monsignor Jozef Michalik e il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill (foto di copertina). «Ci rivolgiamo ai nostri fedeli», recita il documento sottoscritto dalle parti, «affinché implorino il divino perdono per i torti, le ingiustizie, e tutto il male arrecato reciprocamente».

Un passo storico di grande importanza verso, si legge ancora nel testo, «verso la riconciliazione e il perdono che non è né facile né semplice e forse dovrà durare anni». Compiaciuto il primate polacco: «Per la prima volta succede che due Chiese: ortodossa e cattolica, insieme, cercano di leggere i segni dei tempi, mentre il mondo si allontana da quei valori fondamentali che legano le persone indipendentemente dalla loro fede: l'etica, la morale del bene e le leggi naturali», ha dichiarato monsignor Michalik. L’inedito appello è stato firmato al termine della solenne visita del patriarca a Varsavia ed è stato a lungo preparato dalle rispettive diplomazie.

All’incontro erano presenti anche il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, ed ex segretario personale di Giovanni Paolo II, e il Nunzio apostolico a Varsavia, monsignor Celestino Migliore, oltre a numerosi membri del governo polacco, intellettuali, uomini di cultura.

L’ostilità fra ortodossi russi e cattolici polacchi è sempre stata ben radicata. In particolare durante la seconda guerra mondiale i due popoli, storicamente rivali nel mondo slavo, si sono reciprocamente osteggiati. Anche a questo clima di recriminazioni si deve il fatto che, nonostante il suo forte desiderio, Giovanni Paolo II non è riuscito a coronare il suo sogno di una visita in Russia.

 
 
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