(Foto Amref)
"A Nairobi, nello slum di Dagoretti, vive un gruppo di amici. Un giorno il gruppo si accorge che uno di loro è andato in cerca di avventure nella foresta e il gruppo di amici vuole partire per andarlo a cercare". Con queste parole i bambini di Nairobi introducono l'avventura che dà avvio al gioco da tavolo da loro ideato. Il gioco si chiama Komboleo: nella lingua dei bambini kenioti significa "salvare per cambiare". L'obiettivo del gioco è salvare il personaggio che è in pericolo mettendo in campo, tutti insieme, la collaborazione. Per vincere le sfide della vita più complicate e uscire da una situazione rischiosa è fondamentale mettere insieme le forze, perché nessuno si salva da solo, ci salviamo solo cooperando e dando spazio alla solidarietà. E' questo il messaggio di fondo di Komboleo, un gioco che stimola varie competenze, dall'immaginazione al problem solving.
I 34 bambini della baraccopoli di Dagoretti, in collaborazione con la formatrice ed esperta di giochi da tavolo Stefania Cane, tre educatori di Amref e un disegnatore, hanno ispirato gli otto personaggi del gioco attraverso le loro esperienze e il loro vissuto. Le illustrazioni che arricchiscono il gioco sono state realizzate dagli allievi della Scuola Romana del Fumetto. Il progetto è stato finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).
I giovanissimi ideatori del Kenya regalano il loro gioco ai loro coetanei italiani, come piccolo contributo e segno di vicinanza in un momento di particolare difficoltà per i bambini del nostro Paese. Fino al 3 maggio Komboleo viene distribuito dalla Ong Amref in nove città (Milano, Roma, Palermo, Napoli Torino, Genova, Pisa, Pontedera, Padova) raggiungendo - grazie a una rete di associazioni e soggetti della società civile sul territorio - circa 900 famiglie italiane e straniere, che vivono in situazioni di vulnerabilità.
«La nostra organizzazione è africana, ma sin da subito ci siamo mossi per fare il possibile per sostenere il sistema sanitario italiano. Lo abbiamo fatto con una raccolta fondi per tre ospedali», spiega Renata Torrente, responsabile dei progetti in Italia di Amref Health Africa. «Oggi, in un momento in cui le famiglie stanno fronteggiando difficoltà legate alla precarietà, ai limiti della didattica a distanza, alla chiusura di spazi di socialità e confronto, abbiamo scelto un altro piccolo gesto per supportarle. E lo facciamo a modo nostro, con un dono che arriva dall’Africa, nel cuore di uno dei posti più difficili in cui si possa nascere e vivere: una baraccopoli. Per far arrivare Komboleo a tutti i bambini, in questi giorni, abbiamo tradotto le istruzioni in più lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese».
Fondata 60 anni fa, oggi Amref è la più grande organizzazione sanitaria africana che opera nel continente. Attualmente è impegnata in 35 Paesi a Sud del Sahara con oltre 160 progetti di promozione della salute, dalla tutela di madri e bambini all'accesso all'acqua pulita, dalla formazione di operatori locali all'assistenza medica di popolazioni nomadi e rurali attraverso centri sanitari e unità mobili. Per informazioni: www.amref.it