Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 08 novembre 2024
 
 

L'accoglienza ai migranti trasformata in business

19/12/2013  In Italia troppi servizi per l'immigrazione sono affidati solo in base all'offerta economica più vantaggiosa. È la denuncia di Christopher Hein, direttore del CIR - Consiglio italiano per i rifugiati

E dire che il 18 dicembre si sarebbe dovuto celebrare la Giornata mondiale per i diritti dei migranti e dei rifugiati. Ma oggi, in Italia, non c'è proprio nulla da celebrare. Il video-scandalo diffuso dal Tg2 ha riportato alla luce dell'attenzione mediatica il dramma dei migranti che, scemata l'ondata di commozione per la tragedia dello scorso ottobre nelle acque di Lampedusa, era tornato nell'ombra.

Tante le dichiarazioni di sdegno e di rabbia, molti i richiami a offrire condizioni di accoglienza per i migranti finalmente degne di un Paese civile, dopo aver visto il filmato in cui un migrante, nel Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Lampedusa, attende senza vestiti di essere sottoposto a un trattamento antiscabbia.

Eppure da più parti, da quando è scoppiata la cosiddetta "emergenza" delle Primavere arabe, si era denunciato un sistema a dir poco lacunoso, che rinchiude i richiedenti asilo invece di favorirne l'integrazione, oltretutto offrendo loro servizi indecorosi non solo dal punto di vista sanitario.

Le prime teste sono saltate e, come si era affrettato ad assicurare il ministro dell'Interno Alfano, i dirigenti del Centro di accoglienza di Lampedusa sono stati prontamente rimossi. Eppure, c'è chi crede che l'ultima vergogna italiana in ordine di tempo non sia frutto del caso ma, al contrario, sia figlia di un sistema di accoglienza inefficiente, inadeguato e indecoroso.

La pensa così Christopher Hein, direttore del CIR - Consiglio italiano per i rifugiati. Abituato a non avere peli sulla lingua, Hein non si accontenta di esprimere per l'ennesima volta riprovazione per le condizioni cui sono sottoposti i migranti all'arrivo in Italia. Individua la ragione di quanto accaduto in un fattore specifico e denuncia a chiare lettere: "In Italia molti servizi per l'immigrazione, dai grandi centri di accoglienza governativi agli sportelli di informazione e assistenza ai valichi aeroportuali, vengono affidati sulla base di un solo principio: quello dell'offerta economica più vantaggiosa". E intanto non possono entrare nei centri di accoglienza nemmeno Comuni e ASL, che invece sarebbero i soggetti preposti all'erogazione di servizi, anche sanitari, qualificati.

"Le offerte sono fatte da cooperative e soggetti che spesso non perseguono altro che scopi lucrativi", prosegue il direttore del CIR, "e ai quali i diritti dei migranti non interessano. C'è un business dell'immigrazione inaccettabile, parliamo di commesse da milioni di euro su cui molti si stanno arricchendo e dove i diritti delle persone scompaiono".

E così, buona parte del mondo del volontariato e del Non profit che sul tema dell'immigrazione e dell'accoglienza ha speso energie e risorse per anni, in questo modo rischia di essere tagliato fuori o relegato ai margini, come aggiunge il direttore Hein: "Visto che lo Stato di regola arriva a pagare gli enti gestori anche con 12 mesi di ritardo, spesso sono solo società profit che riescono ad anticipare i fondi necessari per la gestione dei centri".

Hein infine condivide l'esternazione della commissaria europea Malmstroem, che ha minacciato di fermare gli aiuti economici all'Italia se non sarà in grado di garantire un'accoglienza dignitosa in linea con gli standard europei.

Il CIR inoltre richiede che il Centro di Lampedusa torni a essere un Centro di primo soccorso e assistenza, temporaneo, dove i migranti dovrebbero stare per circa 48 ore prima di essere trasferiti nei centri governativi. E non già attendere un trasferimento per mesi, come accade ora. "È del tutto incomprensibile come in due anni e mezzo dalla distruzione del Centro di Lampedusa", conclude Chrsitopher Hein, "lo Stato non sia stato in grado, almeno provvisoriamente, di allestire strutture adeguate all'accoglienza dei migranti".

Per maggiori informazioni consultare il sito: www.cir-onlus.org

 



 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo