Domenica 27 marzo 2022 resterà una data storica per lo sport, il ciclismo e l’Africa. Per la prima volta un corridore africano ha vinto una grande “classica” del Nord, la Gand-Wevelgem. Giunta alla 84a edizione, la corsa, che si snoda nelle Fiandre per oltre 248 chilometri, è stata vinta in passato da campioni come Jacques Anquetil, Eddy Merckx ( 3 trionfi), Francesco Moser, Bernard Hinault.
A questi nomi illustri si aggiunge ora quello di Biniam Girmay, un ragazzo eritreo di 21 anni che corre per la squadra belga Intermarché-Wanty-Gobert. Girmay si è imposto in un gruppetto di quattro andato in fuga negli ultimi chilometri.Secondo posto per il francese Christophe Laporte, terzo per il belga Dries Van Gestel.
Un eritreo che vince in volata davanti a un francese e a un belga sulla strade del Nord è davvero una notizia clamorosa, ma Girmay non è un ragazzo che ama stare nelle retrovie. Nel 2021, sempre in Belgio, ha conquistato la medaglia d’argento nelle prova in linea Under 23 dei Campionati mondiali su strada. Pochi giorni prima aveva vinto la sua prima corsa da professionista in Europa, la Grand Besançon Doubs, sempre in volata e alla testa di un gruppetto con due francesi, un italiano e un colombiano. Quest’anno è arrivato dodicesimo alla Milano-Sanremo.
Nato il 2 aprile del 2000 ad Asmara, Girmay scopre il ciclismo grazie al cugino. Inizia a correre in Eritrea, vince diverse gare e nel 2000 firma il suo primo contratto da professionista con la squadra francese Delko. Nel 2021 il trasferimento alla squadra belga Intermarché-Wanty-Gobert, in cui sono schierati corridori di 12 nazionalità.
“È incredibile, incredibile. Non posso aspettarmi questo. Abbiamo appena cambiato il mio piano pochi giorni fa, venerdì. Siamo venuti solo per un buon risultato. Questa gara è incredibile. Incredibile.”, ha detto Girmay dopo la vittoria sul traguardo della Gand-Wevelgem. A questo punto il corridore eritreo potrebbe diventare il favorito del Giro delle Fiandre in programma domenica, ma Girmay prenderà l’aereo per tornare in Eritrea. Manca da casa da tre mesi e non vede l’ora di riabbracciare la moglie e la figlia Leila. Girmay tornerà a correre in Europa a maggio, per una gara in Germania. Poi sarà alla partenza del Giro d’Italia.
La vittoria di Girmay rappresenta uno stimolo enorme per la crescita del ciclismo africano, che si prepara al grande evento previsto nel 2025: lo svolgimento dei campionati mondiali su strada in Ruanda. La Confederazione ciclistica africana si prepara all’appuntamento investendo soprattutto sui giovani. L’agenda fino al 2025 prevede sempre più gare, più ritiri, corsi per allenatori e meccanici.
Da alcuni anni il ciclismo è diventato lo sport più popolare in Ruanda e, secondo il presidente Kagame, “lo sport è un’occasione per dimenticare le nostre angosce e i nostri tormenti”. Il riferimento è al sanguinoso genocidio del 1994, in cui morirono centinaia di migliaia di ruandesi. Il Tour ciclistico del Ruanda, nato nel 1988, è ormai una corsa di alto livello del calendario internazionale.
La vittoria di un corridore africano in un grande classica è l’ulteriore conferma della globalizzazione del ciclismo, uno sport che per decenni ha visto ai vertici solo corridori belgi, francesi, italiani, olandesi e spagnoli. Poi sono arrivati campioni statunitensi, colombiani, sloveni, ecuadoriani, russi, slovacchi dei molti altri paesi. Oggi le squadre professionistiche di UCI World Tour (il circuito mondiale di ciclismo su strada organizzato dall'Unione Ciclistica Internazionale dal 2011) rappresentano Francia, Kazakhstan, Bahrein, Australia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Belgio, Israele, Paesi Bassi, Spagna, Emirati Arabi Uniti. Scomparsi gli italiani. Ogni squadra è una multinazionale. La squadra statunitense Ef Education-Easypost ha corridori di ben 20 nazionalità, Uae Team Emirates ha corridori di 16 nazionalità, Bahrain-Victorius rappresenta 15 nazioni, Ineos Grenadiers (Regno Unito) e Israel-Premier Tech schierano corridori di 14 nazioni.