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venerdì 24 marzo 2023
 
politica
 

L'agonia del Pd e il dilemma dei cattolici

18/02/2017  A poche ore dall'assemblea nazionale del partito si moltiplicano gli appelli per evitare la scissione e l'opera dei "pontieri". Ma in caso di divisione che ne sarà dell'anima cattolico democratica del partito?

Non vi chiedo "Fermatevi", vi dico "Fermiamoci". Per il nostro popolo dopo una scissione non ci saranno innocenti, saremo tutti colpevoli. Con un drammatico tweet il ministro Franceschini riassume in meno di 140 caratteri la situazione del Partito democratico, ormai sull’orlo del dissolvimento.

 

Nelle poche ore che mancano all’assemblea nazionale si sono moltiplicati gli annunci a effetto e i tentativi dei “pontieri”. L’oggetto della mediazione tra sinistra e renziani si potrebbe sintetizzare così: andare a elezioni a settembre o addirittura a giugno, come vuole Renzi, o tenere fino alla scadenza naturale della legislatura, nel 2018. Dentro una questione di calendario difficilmente comprensibile dalla maggior parte degli italiani non c'è solo il destino del governo Gentiloni, ma c’è anche la lotta di potere che si sta consumando dall’avvento di Matteo Renzi alla segreteria del Pd.

Anche dopo la riunione della sinistra dem (dove dovrebbe confluire tutta la minoranza del partito, DF'Alema e Bersani compresi) si va avanti a colpi di ultimatum. Ma sembra difficile che il partito possa tenere anche in caso di mediazione. Le lacerazioni in corso ormai sono troppo profonde. Lo fa capire D’Alema, il Grande Regista del fronte sotterraneo anti-Renzi che aveva accelerato l’azione della fronda, com’era prevedibile, all’indomani dell’esito referendario."E' tutto nelle mani di Renzi. Abbiamo preso una posizione comune non oggi, ma da molto tempo. E' una posizione molto chiara, ben espressa nell'appello di due giorni fa di Pier Luigi Bersani. Ora spetta al segretario del partito dare una risposta altrettanto chiara". Così l’ultimatum di D'Alema. Ma è evidente che anche in caso di “pace armata” il partito sia ormai dilaniato e difficilmente ricomponibile.

La scissione è un problema anche per l’anima cattolico-democratica.  In caso di scissione che ne sarà di questa componente non certo irrilevante, che in queste ore sta partecipando al processo di mediazione per impedire una spaccatura? Rimarrà con  Renzi, proveniente da quest’anima insieme con molti ministri del suo governo (Delrio, Orlando, Boschi, lo stesso Gentiloni)? Trasmigrerà - magari in parte, scindendosi a sua volta -  con la sinistra Pd? La questione diventa lacerante anche per i non pochi cattolici del Pd.

 

 

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