Seduti uno di fronte all’altro, nella sede della Fondazione Cariplo di via Romagnosi, a Milano, Giuseppe Guzzetti, che ha da poco lasciato il timone della Fondazione e Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, si confrontano per Famiglia Cristiana sulla situazione del nostro travagliato Paese. Due vecchi leoni della storia recente, con una comune visione umanistica e cristiana della società, due protagonisti con alle spalle mezzo secolo di battaglie (vinte) uno nel campo della politica, dell’economia e del Welfare, l’altro dell’alta finanza, confessano i loro timori per le sorti della democrazia in Italia. Il più esplicito, avendo un passato politico (è stato il terzo governatore della Lombardia), è Guzzetti: “La democrazia è in pericolo. Putin, in un’intervista al Financial Times, ha detto che il sistema democratico-liberale è finito, che il potere dal tradizionale liberalismo occidentale al populismo nazionale sull’onda del risentimento pubblico per l’immigrazione, il multiculturalismo e i valori secolari a detrimento della religione” anche in Italia rischiamo di finire trascinati in una visione di questo genere. Lo vediamo anche quando si cerca di delegittimare tutto ciò che vi si oppone, dalle Ong alla magistratura al Terzo settore, cui sono state raddoppiate le tasse”. Insomma, “ho avuto più volte occasione di sottolineare che si sta diffondendo un veleno che può portare a travolgere il sistema democratico”.
Anche Bazoli, uno dei protagonisti delle riforme bancarie degli ultimi trent’anni, fin da quando trascinò fuori dalle secche l’Ambrosiano dopo che era stato devastato da Calvi, il cavaliere della “finanza bianca”, non nasconde i suoi timori: “Oggi la democrazia è a rischio anche per effetto delle profonde trasformazioni intervenute nelle odierne società. I tradizionali processi di formazione del consenso popolare sono stati soppiantati dai nuovi canali tecnologici di comunicazione e d’informazione. L’America, campione del sistema democratico, elegge alla presidenza Trump! Quanto alla tenuta democratica dell’Italia, non sono poche le ragioni di preoccupazione, anche perché non si vede nessuna strategia atta a risolvere i nostri problemi di fondo: il Mezzogiorno, la disoccupazione giovanile, la scarsa produttività del nostro sistema economico, il debito pubblico”.
L’attacco del governo al volontariato e alle Organizzazioni non governative che salvano vite in mare, oggetto del decreto sicurezza bis del ministro degli Interni Salvini, fa parte di questa strategia che delegittima la democrazia?
BAZOLI. “Il volontariato è molto sentito dagli italiani e questo è uno dei motivi che giustificano ancora una fiducia nel nostro Paese. L’anima solidale degli italiani non è venuta meno. Se sul tema della sicurezza il Ministro Salvini continua a raccogliere crescenti consensi, non credo che questo si verifichi con riguardo ai suoi attacchi al volontariato e alle ONG. Per quanto riguarda l’immigrazione, io penso che non ci rendiamo conto di esserci trovati finora di fronte ad aspetti marginali (in qualunque modo siano risolti) di un problema esplosivo. Entro vent’anni, infatti, il continente africano passerà da poco meno di un miliardo di abitanti a quasi due miliardi. Se non diamo agli africani la possibilità di vivere, di svilupparsi, di raggiungere un minimo di dignità e benessere nei loro Paesi, noi europei verremo travolti. L’Europa non solo ha interesse, per ragioni geografiche, ma ha anche il dovere per ragioni storiche e morali di occuparsi dell’Africa (con un’impostazione diversa da quella neocoloniale della Cina). Servirebbe un Piano Marshall africano, prima che sia troppo tardi”.
L'intervista integrale è pubblicata sul numero in edicola di Famiglia Cristiana.