Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 06 ottobre 2024
 
 

L'altra faccia del Risorgimento

10/12/2010  Attraverso le vicende di tre mazziniani, diversi per idee ed estrazione sociale, Mario Martone racconta le contraddizioni e la verità sull'Unità d'Italia. Sfiorando il presente.

«Noi credevamo» è la battuta conclusiva di Domenico (Luigi Lo Cascio), protagonista delle peripezie vissute da tre mazziniani attraverso gli anni aspri del Risorgimento. Tre ragazzi diversi, per estrazione sociale ma anche per le contrastanti vedute sugli strumenti da impiegare nella lotta politica, che incarnano “la meglio gioventù” dell’800.

Siamo lontani dal modello melodrammatico di Visconti (Senso, Il Gattopardo), vicini invece alle cronache nostalgiche di Giuseppe Cesare Abba in Da Quarto al Volturno, dove lo scrittore ligure racconta le sue esperienze di garibaldino con spirito critico. In quest’ottica le profonde contraddizioni della storia patria si articolano in un film corale, sofferto, alimentato da parallelismi con il ’900 in un concatenarsi di dilemmi che hanno dato vita a incomprensioni. Noi credevamo narra infatti l’altra faccia del Risorgimento, quella vera, non raccontata dalla storia ufficiale. Fino a proiettare la sua ombra sui nostri giorni.

Il passato bussa alla porta per esigere il pagamento di un conto in sospeso con un affresco appassionato che coinvolge e commuove. Perché se vogliamo capire l’oggi bisogna partire da ieri. Come in Morte di un matematico napoletano, Martone adopera l’aggancio col presente e usa la costante del dolore come funzione catartica per afferrare il senso della Storia. Spalleggiato da un cast di attori straordinari e da una colonna musicale che si fa linguaggio espressivo.

NOI CREDEVAMO (Italia, 2010). Regia di Mario Martone. Con Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Toni Servillo. Classifica Cnvf: consigliabile/problematico/ dibattiti.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo