Con un figlio appena entrato in seconda media, le mie preoccupazioni sono diventate infinite. Ho paura di tutto: del tabacco, dell’alcol, degli amici che potrebbero portarlo sulla cattiva strada. Sono una mamma ansiosa e questo lo so da sempre, ma la preadolescenza è l’età che più di tutte mi spaventa. Mio marito è poco presente, ma quando c’è sa solo dire che io esagero sempre e così finiamo per litigare.
ANSELMA
— Cara Anselma, qui bisogna proprio cambiare prospettiva, altrimenti l’adolescenza di tuo figlio rischia di diventare un boomerang che manda per aria non solo la relazione tra genitori e figli, ma anche la vostra relazione di coppia. Prova a immaginare se tuo figlio potesse entrare nella tua mente quali pensieri vorrebbe trasmetterti per sostituire quelli così angoscianti con cui stai assistendo al suo diventare grande. Di recente, due psicoterapeuti dell’età evolutiva, Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli, hanno scritto I miei genitori crescono bene (Oscar Mondadori), un libro in cui immaginano che un figlio parli ai genitori, dicendo loro tutto quello che prova crescendo al loro fianco. A proposito dell’abbandono dell’infanzia e dell’ingresso in adolescenza, ecco che cosa dice questo figlio immaginario: «Certe volte gli adulti, compresi i miei genitori, mi fanno venire le paranoie: a forza di ripetermi che l’adolescenza è un periodo particolare della vita, non sono più tranquillo. Sembra che tutti la temano come fosse una malattia, un periodo della vita da superare il più velocemente possibile. In realtà, io mi sento molto bene, almeno fino adesso; sono in forma strepitosa, ho la sensazione di avere il mondo in mano». Leggi e rileggi questa frase perché è piena di verità. Soprattutto quando afferma che si rischia di perdere la tranquillità a furia di pensare che in adolescenza debba avvenire chi sa quale serie di tragedie. C’è un’arma che sconfigge tutto: si chiama prevenzione e, quando un figlio cresce, essa si basa sul dialogo con lui, su buone relazioni famigliari, sul facilitare le relazioni con gli altri, le esperienze in cui ci si diverte e si imparano competenze per la vita. Tu, Anselma, stai facendo l’esatto contrario: con la tua ansia rischi di bloccare il moto “verso gli altri, l’esterno e il mondo” di tuo figlio. Smettila di litigare con tuo marito, anzi chiedigli di mettersi più in prima linea, mandando te nelle retroguardie. E impara che una delle meraviglie per noi genitori, quando i figli crescono, è stare alla finestra e guardare le loro prove di volo, sentendo orgoglio per i loro successi e confortandoli quando invece non ce la fanno. Ma sempre con uno sguardo che ama e sostiene e che non trasferisce dentro di loro un’ansia e un’angoscia che noi adulti, sempre più spesso, non siamo in grado di gestire e regolare per noi stessi.