Il pittore Fabio Mauri (1926-2009), che ha conosciuto in prima persona abissi, lacerazioni e inganni delle ideologie del Novecento, è considerato un esponente d’indiscusso rilievo delle neoavanguardie della seconda metà del XX secolo. La sua attività è molto estesa e comprende installazioni, performance, teatro e scrittura. Autore di una personalissima indagine, durata tutta la vita, sull’insidiosa logica dell’arte, dell’ideologia e del totalitarismo, Mauri esplora la Storia filtrandola attraverso la lente del privato. Fabio Mauri, Opere dall'Apocalisse, alla galleria Viasaterna di Milano fino al 1° aprile (realizzata in collaborazione con Studio Fabio Mauri e Hauser & Wirth) è una prima grande mostra di opere su carta presenta una rara selezione dalla quale emerge una sofisticata indagine del lessico artistico di Fabio Mauri, opere che sottolineano la sua propensione per una delle forme più intime dell’arte, il disegno, tracciando quello che da sempre è il tema centrale della sua poetica: una riflessione sull’arte come allusione alla condizione drammatica dell’uomo nella dialettica tra struttura e materia, tra forma, immagine e storia
Il significato primo di “apocalisse” è “rivelazione”, gettar via ciò che copre, togliere il velo, letteralmente “scoperta” o “disvelamento”, e Mauri, in queste opere, sembra voler rintracciare nel Caos una poeticità che indaga l’apocalisse non come ‘fine’ ma come incontro. Mauri non indietreggia mai, ma si attesta tra le pieghe di una linea che silenziosamente tocca l’interdetto, il proibito. Scrive Francesca Alfano Miglietti, curatrice della mostra «Disegni, appunti, frammenti, informazioni e deformazioni che si dispongono sui fogli come segreti. Appunti e frammenti che si oppongono al primato dell'unità e dell'identità, e che ha scelto l’instabilità e le insidie del molteplice, del diverso e del divenire. Le opere su carta di Fabio Mauri sono flussi di desideri e ossessioni situati al di qua della distinzione tra soggetto e oggetto, tra il sé e il mondo, tra le regole del diurno e il disordine del notturno».