Monsignor Luigi Renna.
«Non cercate vendette, sospendete ogni tipo di giudizio e provate ad avere pietà», così l’Arcivescovo di Catania, Monsignor Luigi Renna si rivolge alla sua comunità e ai familiari della piccola Elena Del Pozzo, la bimba che non aveva ancora compiuto cinque anni uccisa a coltellate e poi sepolta in aperta campagna dalla madre Martina Patti, 24 anni.
Un dramma che per Monsignor Renna deve ora fare riflettere su quelle che sono le dinamiche che si creano all’interno delle vite dei minori con genitori separati o divorziati: «Sono tanti i bambini che vivono un’infanzia difficile proprio a causa del cattivo rapporto tra madre e padre, anche se non si verificano situazioni così estreme come nel caso dell’omicidio della piccola Elena i più piccoli vengono spesso segnati da queste dinamiche».
La giovane madre lunedì era andata a prendere la sua figlioletta a scuola come sempre. In un video diffuso dai Carabinieri di Catania si vede la donna abbracciare la piccola. Qualche ora dopo, ad appena duecento metri dalla sua abitazione di Mascalucia, l’ha uccisa accoltellandola. Poi avrebbe messo il corpo in dei sacchi neri e – non si conosce al momento se c’era qualche complice - utilizzando una pala da giardinaggio del padre l’avrebbe sotterrata. «Un gesto che è stato commesso da una mente sconvolta, che non può essere avvenuto nella lucidità e noi non possiamo capire il perché», spiega il prelato che oggi alla giovane madre vuol dire: «Fermati. Pensa che la tua vita potrebbe essere diversa. Sono queste le parole che oggi ti direbbe tua figlia, un angelo che chiediamo al Signore di accogliere».
La tenerezza della piccola Elena del Pozzo nei confronti della madre è oggi testimoniata da quel lungo abbraccio dall’uscita di scuola, dal disegno con i brillantini e la scritta “Ti voglio bene” che la piccola aveva colorato per la festa della mamma e oggi custodito nel centro per l’infanzia Hakuna Matata di Tremestieri dove la piccola Elena da settembre frequentava la prima classe materna. «Manca tutto di lei, non so come faremo. C’è un ampio giardino nella nostra scuola, lei amava correre, inseguiva le farfalle e con le sue amichette ballava e cantava tutte le canzoni di Me contro Te», racconta sconvolta la direttrice e maestra Veronica Piazza che in lacrime aggiunge: «Solo il Signore sa se potrà perdonarla». È quello che qui, alle pendici dell’Etna, si chiedono un po’ tutti. Il vescovo chiede però di fare silenzio, «perché l’odio genera altro odio e non giova a nessuno perché la vita della piccola Elena è ormai stata spezzata», conclude monsignore da Mascalucia dove durante l’omelia in onore di San Vito, patrono del piccolo paese etneo di Mascalucia, ha invitato nuovamente i fedeli a sospendere ogni giudizio. Perché, casi come questi, si legge tra le righe, c’è anche un fallimento della società educante che non riesce a stare vicina ai bambini e ad ascoltare gli stati d’animo dei genitori.