“Lo Spirito Santo ci spinge al largo, non con l’apprensione paralizzante che caratterizza la società occidentale contemporanea ma con quella fierezza che ci fa dire che i cristiani di Milano sapranno cogliere la sfida e costruire il futuro”. Così l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha presentato il Sinodo minore “Chiesa delle genti” che prenderà il via domenica 14 gennaio. Milano sarà la prima diocesi in Italia - e probabilmente in Europa – a interrogarsi sulla propria composizione multinazionale e multietnica con l’idea di individuare prospettive e nuove linee pastorali.
“Come sarà il volto della diocesi del futuro? Quali cambiamenti saranno opportuni perché tutti si sentano partecipi? Il senso del Sinodo non è trovare ricette ma avviare una consultazione capillare”, ha esplicitato monsignor Delpini. “Tutti siamo chiamati a contribuire, ciascuno con la propria esperienza e cultura”. Se il futuro è ancora da scrivere, il mosaico della diocesi ambrosiana è una realtà già ben delineata. Le stime parlano di 368 mila cristiani stranieri in diocesi – di cui 233 mila cattolici, 115 mila ortodossi e 34 mila di altre appartenenze cristiane non cattoliche né ortodosse – e 269 mila musulmani.
“Venticinque anni fa, quando il cardinal Martini cominciò a segnalare che l’immigrazione stava trasformando il volto della città, la presenza straniera si attestava al 2 per cento. Oggi in diocesi si parlano 70 lingue e gli immigrati sono quasi il 14 per cento”, ha commentato Laura Zanfrini, professoressa dell’Università Cattolica e responsabile Economia e lavoro di Fondazione Ismu. A più di vent’anni dall’ultimo Sinodo diocesano “Pastorale degli esteri”, che si svolse dal 1993 al 1995 durante l’episcopato di Martini, la Chiesa ambrosiana torna quindi a “guardarsi dentro”.
Lo fa con un Sinodo minore, che non riguarda l’intero piano pastorale ma solo il capitolo 14 del Sinodo sopracitato. Uno strumento di lavoro più snello, dunque, rispetto al Sinodo solenne “che pure avrebbe potuto essere opportuno”, ha detto Delpini, non escludendo che “l’esperienza possa creare un metodo per successivi Sinodi minori sulla pastorale dei giovani o la famiglia”. Si procede a piccoli passi, ma l’orizzonte è delineato. “Ci aspettiamo che la nostra Chiesa milanese, assumendo tanti contributi anche da popoli forse più inclini alla gioia, possa tornare ad essere fiduciosa e serena”, ha aggiunto l’arcivescovo. La pragmatica tabella di marcia, che qui riportiamo per sommi capi, comincia con una fase di ascolto. Fino al 1° aprile parrocchie, movimenti e associazioni saranno chiamate al confronto a partire da tracce guida messe a disposizione dalla Commissione di coordinamento del Sinodo, costituita da 19 membri di cui 10 laici di provenienza variegata.
Lo stesso invito verrà rivolto al mondo della scuola, ai giovani, ai cristiani di altre confessioni e ai fedeli di altre religioni, che potranno far avere le loro riflessioni attraverso un questionario. Procedendo con il metodo dell’ascolto e dell’incontro, alla Commissione spetterà il compito di fare sintesi dei contributi per metterli a disposizione del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale i quali, in assemblea, delineeranno le proposizioni, ovvero le norme giuridiche promulgate dall’arcivescovo. I lavori si chiuderanno sabato 3 novembre, vigilia della festa di san Carlo Borromeo, pastore ambrosiano che indisse i primi 11 sinodi diocesani. “Lavoreremo non con la logica del condominio, in cui semplicemente si offrono spazi, ma confrontandoci su temi quali la trasmissione della fede”, ha fatto sapere il presidente della Commissione, monsignor Luca Bressan. Simbolo del Sinodo delle genti, sarà una croce che riprende quella di san Carlo. Creata componendo legno proveniente dai cinque continenti, simboleggia la molteplicità che non si deve innestare ma, semplicemente, riconoscere nella diversità. Domenica 14 il via ufficiale con la celebrazione presieduta dall’arcivescovo nella basilica di Sant’Ambrogio (diretta su Chiesa Tv, canale 195 del digitale terrestre, e www.chiesadimilano.it). “Perché la nostra Chiesa sia libera da paure e pigrizie, inutili nostalgie e scoraggiamenti paralizzanti, e tutte le genti si sentano pietre vive dell’edificio spirituale”, recita la preghiera scritta per l’occasione dall’arcivescovo. Sarà anche un Sinodo minore, ma il tema è quanto mai cruciale.