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domenica 20 aprile 2025
 
 

L'arte del governo non abita (ancora) qui

24/11/2013  Per la quarta volta negli ultimi cinque anni, il premio della Fondazione Mo Ibrahim per il buon governo non è stato assegnato.

L'imprenditore sudanese Mohammed "Mo" Ibrahim (Reuters).
L'imprenditore sudanese Mohammed "Mo" Ibrahim (Reuters).

L'Africa, che sotto molti aspetti vive un buon momento, fa ancora fatica a esprimere governanti davvero degni di questo nome. Lo testimonia il fatto che per la quarta volta negli ultimi cinque anni non è stato assegnato il premio "per il buon governo" istituito nel 2007 dalla Fondazione Mo Ibrahim.

Il premio è cospicuo: 5 milioni di dollari subito, più un assegno di 200 mila dollari l'anno per tutta la vita del premiato. Per riceverlo, però, bisogna rispondere a determinate caratteristiche: essere stato capo di Stato o di Governo di un Paese africano per almeno tre anni; aver ottenuto la carica con elezioni democratiche; aver dimostrato doti di leadership eccezionali fino a diventare in qualche modo un "esempio" per il Continente. 

Ecco, un politico simile i giurati della Fondazione non sono riusciti a trovarlo. Da quando è stato istituito, il Premio è andato a sole tre persone: nel 2007 a Joaquim Alberto Chissano, presidente del Mozambico dal 1986 al 2005, onorato per il contributo offerto alla pacificazione del Paese; nel 2008 a Festus Gontebanye Mogae, presidente del Botswana dal 1998 al 2008, per aver combattuto l'epidemia di Aids e aver portato il Paese sulla strada dello sviluppo;  e nel 2011 a Pedro de Verona Rodrigues, a Capo Verde presidente dal 2011 al 2011 e in precedenza primo ministro dal 1975 al 1991, per "aver trasformato l'isola in un modello di democrazia".

In tutti gli altri anni, nessuno. Un brutto segno. Certo non quanto sperava Mo Ibrahim, miliardario sudanese fondatore della compagnia telefonica Celtel, che si era a lungo battuto contro le dittature e l'apartheid. La sua Fondazione ha dovuto accontentarsi di un premio "onorario" a Nelson Mandela. Figura enorme, che non può però riscattare per sempre tutte le figure minime che affliggono ancora oggi l'Africa.

 

 

 


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