Il quadro demografico italiano è caratterizzato da una sensibile crescita della sopravvivenza e da un altrettanto marcato calo della natalità, con un conseguente invecchiamento della popolazione. Sono sempre più numerose le coppie costrette a rinviare o rinunciare alla genitorialità a causa della propria difficile condizione economica e sociale, peggiorata con la pandemia, anche se il desiderio di avere figli è sempre diffuso nella popolazione. A fronte di ciò, appare evidente la necessità di azioni che riducano le disparità e sostengano la natalità.
Come ACLI da tempo sosteniamo che la famiglia, solo se riconosciuta e valorizzata come risorsa, rappresenta un bene pubblico e il motore della ripartenza solo. La priorità riguarda – a nostro avviso – il superamento di un modello di stato sociale frammentato, disarticolato e di breve respiro, quindi poco efficace, che andrebbe sostituito con delle politiche familiari sistemiche, strutturate e strutturali. Benché sia solo una parte di un disegno più ampio, contenuto nel Family Act, l’Assegno Unico Universale per Figli (AUUF) rappresenta un ottimo inizio per andare oltre la frammentarietà: eliminando una molteplicità di prestazioni, differenziate e talvolta temporanee, la nuova regolamentazione dovrebbe garantire uguaglianza di trattamento per tutti i figli, a prescindere dalla condizione professionale o non professionale dei genitori, stabilità di regole e facilità di comunicazione. L’universalità così riconosciuta sottolinea il valore sociale di un figlio, che non è più solo un fatto privato, e l’importanza di sostenere la genitorialità.
Dal 1° luglio al 31 dicembre 2021 sarà in vigore la versione temporanea dell’assegno, varata per non rinviare un sostegno necessario nelle more del varo della misura definitiva. Dal 2022 l’assegno unico si estenderà e diventerà permanente e universale. L’AUUF consiste in un assegno mensile a tutte le famiglie che hanno uno o più figli fino al 21esimo annodi età ed è composto da un valore fisso e uno variabile al variare del reddito complessivo della famiglia. Tuttavia, le criticità non mancano: con un lavoro di sistema tra i vari comparti dell’associazione, le ACLI ne hanno individuate alcune, che hanno di recente presentato alla Ministra per la Famiglia, Elena Bonetti. Tra le criticità rilevate c’è che introducendo l’assegno unico universale per i figli a carico e stanti le non ingenti risorse stanziate, a rischiare sarebbero proprio le famiglie con reddito medio-basso e con figli piccoli, un segmento della popolazione particolarmente caro alle ACLI.
Un primo obiettivo, dunque, riguarda l’ottenere più risorse. Ma con risorse date sia la versione temporanea, sia quella definitiva presenta degli aspetti migliorabili nella logica di una maggiore equità. Se l’assegno temporaneo fa riferimento ai figli a carico fino a 18 anni di età e nulla prevede esplicitamente per figli maggiorenni, ribadisce anche che quando entrerà in vigore il regime definitivo questo eliminerà detrazioni e assegni, ovvero tutte le precedenti prestazioni a tutela della genitorialità.
La proposta ACLI chiede di mantenere, in attesa di una riforma strutturale dell’Irpef, le detrazioni fiscali per i nuclei familiari, che oggi garantiscono una vera progressività dei benefici e che invece verrebbero cancellate con l’introduzione dell’AUUF, a partire dal 1° gennaio 2022. Inoltre, la proposta ACLI suggerisce di utilizzare come parametro l’ISEE ma considerando anche la condizione patrimoniale, oltre a quella reddituale, applicando una franchigia, per una maggiore equità sociale. Come ACLI auspichiamo che le famiglie beneficino di risorse sufficienti e siano poste in testa alle scelte politiche di distribuzione dei sostegni e attivazione di servizi. L’Italia ha molto da recuperare rispetto al resto dei Paesi europei e può cogliere l’occasione delle riforme che in questa fase il nostro Paese sta mettendo in cantiere. Per questo intendiamo l’AUUF un punto di partenza per permettere alle famiglie di generare un mondo nuovo e sostenibile.
Lidia Borzì, delegata Acli alla Famiglia e agli Stili di Vita
Antonio Russo, vicepresidente Acli con delega al Welfare