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martedì 17 settembre 2024
 
 

Caravelli: "Lo sport chiede la pace"

07/09/2013 

Ai mondiali di atletica leggera a Mosca Marzia Caravelli è arrivata in semifinale nei 100 ostacoli, esattamente come alle Olimpiadi di Londra. Dal 2006 all’anno scorso aveva lavorato alla federazione sportiva sordi Italia.

“Nelle scuole con i ragazzi – racconta la velocista di Pordenone, 31 anni -, come assistente alla comunicazione, di fatto interprete. E poi alla onlus Mason Perkins beadeafness Found, passata da Roma a Siena: fabbrica materiale didattico per chi è senza udito, ha realizzato il primo dizionario-dvd di italiano e lingua dei segni”.

Dopo Londra 2012 ha lanciato un appello su facebook per cercare sponsor. “Ero rimasta disoccupata. Fortunatamente da metà di quest’anno mi aiuta la Fidal e allora posso allenarmi senza preoccupazioni e dedicare il tempo libero al mondo dei sordi: anche la lingua dei segni va coltivata, altrimenti si dimentica. Intanto studio scienze della nutrizione, all’ospedale San Raffaele di Roma”.

L’appello del Papa l’ha particolarmente colpita. “Sulla pace non si può non essere d’accordo. Ha parlato di dialogo fra i popoli, da sportivi abbiamo dimostrato che la convivenza ci può essere e le Olimpiadi ne sono il simbolo. Anche attraverso lo sport cerchiamo il dialogo, può essere una strada. In mattinata ho sentito alla radio del digiuno, non ho aderito perchè non sono osservante in maniera tanto rigida, eppure mi ha fatto riflettere. Ai meeting è difficile parlare di certi temi, con i colleghi, non c’è abbastanza confidenza”.

Da 6 anni Caravelli abita a Roma, è fidanzata con Giuseppe. “Siamo stati alcune volte in piazza San Pietro, con amici. Il pensiero mio è comune a tanti, l’auspicio è che si trovi una soluzione pacifica, senza si ricorrere alle armi, evitando massacri”.

A proposito, l’ostacolista ricorda l’impegno del friulano Max Calderan. “Corre nei deserti, ha aperto anche vie nuove, inesplorate, tramite la corsa per la pace in Medio Oriente. Nel 2009 portando questo messaggi ha superato molti ostacoli, compreso due giorni di attesa al valico di Rafah, per entrare nella striscia di Gaza. Da pordenonese sono orgogliosa di questo suo atto concreto di pace, serve una preparazione non da poco. E ora l’appello del Papa farà proseliti”.

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