Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 20 aprile 2025
 
Anniversario
 

L'attentato alle torri Gemelle fa ancora vittime tra i pompieri 18 anni dopo

11/09/2019  Un resoconto dettagliato su quanto avvenne l'11 settembre del 2001 e gli effetti sui soccorrritori, che ancora si fanno drammaticamente sentire. E una rivelazione inedita: la Russia aveva avvertito Bush del rischio terrorismo

(fonte Agi)

L'11 settembre di 18 anni fa, 19 terroristi di Al Qaeda dirottarono 4 aerei usandoli come missili per attaccare il cuore degli Stati Uniti, uccidendo 2.974 persone e ferendone altre 6 mila. È stato il peggior attacco contro l'America da Pearl Harbor nel 1941 e il più grave della storia contemporanea. Una data che ha anche cambiato l'Occidente e di cui sono rimaste soprattutto le immagini.
A distanza di 18 anni proseguono le analisi per identificare centinaia di vittime, alle quali se ne aggiungono altre nuove tra vigili del fuoco e agenti di polizia. E in questi ultimi mesi sono anche giunte rivelazioni e testimonianze che costituiscono ulteriori tasselli nella ricerca della verità. Dall'ultimo anniversario altri 22 membri dei vigili del fuoco sono morti di malattie legate all'11 settembre e nella giornata di commemorazioni di venerdì prossimo i loro nomi saranno aggiunti al Memorial Wall del World Trade Center. 
Dagli attentati le vittime sono state 213, contro 343 vigili morti il giorno della sciagura. Inoltre, a 18 anni dagli attentati, il numero di agenti di polizia di New York deceduti in conseguenza di quel giorno - finora 241 - è ormai dieci volte superiore a quello dei poliziotti - 23 - che hanno perso la vita durante l'attacco terroristico. Non è solo una questione di numeri e di memoria, ma di sanità pubblica. 
Le ultime ricerche effettuate dall'Albert Einstein College of Medicine presso la Yeshiva University su campioni di sangue di centinaia di membri delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco - pubblicate sul Journal of the American Medical - hanno rivelato che i primi ad essere arrivati sul luogo della sciagura hanno il 44% di probabilità in più di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto a quanti sono giunti successivamente. 

Chi ha lavorato sul mucchio per sei mesi ha invece avuto il 30% in più di rischio di un attacco di cuore o di ictus. "Ogni anno la già impressionante lista delle perdite subìte dai vigili del fuoco continua ad allungarsi a causa di malattie che costano la vita a coloro che coraggiosamente e con dedizione hanno servito la nostra città", ha detto il Commissario dei vigili del fuoco Daniel A. Nigro. "E il numero continua a crescere. È straziante. È molto triste. È triste anche per le famiglie", ha ribadito alla ABC News il Vice Commissario Robert Ganley. 
 

Quella mattina a New York

Sono le 8:46 dell'11 settembre 2001 a Manhattan quando il primo aereo partito da Boston in direzione di Los Angeles  dirottato dai terroristi di Al Qaeda si abbatte contro la torre Nord del World Trade Center. Alle 9:03 il secondo aereo entra nella torre Sud, alle 9:37 un terzo aereo colpisce il Pentagono. La torre Sud collassa su sé stessa alle 9:59 e alle 10:03 il volo United 93 si schianta a Shanksville, Pennsylvania, mentre i passeggeri cercano di riprenderne il controllo. 
Alle 10:28 crolla anche la torre Nord in una nuvola che avvolge Manhattan. In tutto 2.106 persone muoiono in quello che verrà ribattezzato Ground Zero, 125 rimangono uccise al Pentagono e 40 a Shanksville. A queste si aggiungono i 206 passeggeri deceduti sugli aerei American Airlines Flight 77, United Airlines Flight 175, American Airlines Flight 11, le cui sigle verranno per sempre ritirate dai cieli. Negli attentati 3 mila bambini hanno perso almeno un genitore e 100 nati nei mesi successivi non conosceranno mai il loro papà. 

La battaglia sui fondi per le vittime dell'attacco

  

La statistica sulle ultime vittime dell'11 settembre 2001 viene diffusa sulla scia di una lunga battaglia per i fondi per compensare i primi soccorritori e gli altri sopravvissuti, così come le famiglie di coloro che sono morti. Lo scorso luglio il presidente Donald Trump ha firmato la legge per autorizzare il finanziamento permanente delle vittime degli attacchi terroristici. Secondo i media locali la nuova legge è stata approvata dopo che il fondo per la compensazione da 7 miliardi di dollari è andato esaurito e dopo che i pagamenti delle prestazioni sono stati ridotti fino al 70%.
Le commemorazioni rischiano, però, di essere turbate da un'altra polemica giudiziaria: le famiglie delle vittime e gli americani aspettano che il procuratore generale William Barr riveli oppure mantenga il segreto sui nomi di cittadini dell'Arabia Saudita - tre, di cui un ufficiale - contenuti in documenti dell'Fbi resi disponibili tre anni fa, anch'essi potenziali complici dei piloti che si sono schiantati sulle Twin Towers.
Un'altra informazione scomoda è giunta nei giorni scorsi direttamente dall'ex analista della Cia George Bibi. Nel suo libro "Trappola russa: come la nostra guerra oscura con la Russia può trasformarsi in una catastrofe nucleare" Bibi afferma che due giorni prima dell'11 settembre Putin avrebbe telefonato al presidente americano George W. Bush informandolo che l'intelligence russa aveva scoperto segnali di un'imminente campagna terroristica, "qualcosa che veniva preparato da molto tempo dall'Afghanistan". Bibi, che in passato ha diretto il dipartimento analitico della Cia, occupandosi di Russia, ora ricopre l'incarico di vicepresidente del centro specializzato di Washington per gli interessi nazionali.
E a 18 anni dal giorno più lungo della storia degli Stati Uniti, nel suo libro "The Only Plane in the Sky" il giornalista Garrett M. Graff consegna al Paese e al mondo intero le voci di chi ha vissuto al centro del dramma: impiegati del World Trade Center, soccorritori, controllori di volo e consiglieri dell'allora presidente Bush. "Il mio scopo non era raccontare i fatti, perché in tanti lo hanno già fatto. Il mio obiettivo era scrivere un libro che facesse riaffiorare le emozioni di quel giorno, di chi c'era. Perché tutti, non solo negli Stati Uniti, ricordiamo esattamente dove eravamo quando è successo, ma quello che non sappiamo è cosa ha significato vivere al centro della tragedia", ha riferito M. Graff. Tra le centinaia di voci che rievocano le sciagure in prima persona, quella del Capitano Jay Jonas, vigile del fuoco, che ripercorre gli inizi di quella che sembrava una mattinata perfetta "come se l'aria fosse stata tirata a lucido".

Poi gli schianti dei voli American Airlines 11 e United Airlines 175 dentro i grattacieli, il silenzio improvviso e la sensazione "che probabilmente quello sarebbe stato il nostro ultimo giorno, ma affrontammo il nostro dovere". Juana Lomi, paramedico del New York Beekam Downtown Hospital si trovò a dire ai collaboratori: "Tutti quelli che hanno problemi respiratori, dolore al petto, fratture vanno caricati in ambulanza. Gli altri dovranno correre, usare le gambe o quel che vogliono".
Deena Burnett, moglie di Tom Burnett, passeggero del volo United Airlines 93, precipitato a Shanksville, rievoca l'ultima telefonata con il marito: "Dissi che avrei pregato per lui, che lo amavo. Tom ripetè di non preoccuparmi. Non mi ha mai richiamato". Nella Grande Mela il nuovo Ground Zero è stato firmato da Daniel Libeskind - l'architetto polacco di fama mondiale immigrato negli Usa - che mercoledì scorso a Pescara è stato premiato con l'Ethic Award.
Nella sua lectio magistralis tenuta all'Oscar Pomilio Blumm Forum, l'autore della Freedom Tower ha detto di "aver sconfitto il male con la luce" e che il masterplan è stato portato avanti "con un grande e unico scopo, quello di riaffermare la vita, il primato della vita e dello spirito di cui New York è piena" Libeskind ha poi sottolineato che "con l'etica e la memoria l'architettura ci aiuta a risorgere dalle catastrofi della storia".

Multimedia
11 settembre, tra fuoco e macerie trova Dio e diventa sacerdote
Correlati
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo