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lunedì 27 marzo 2023
 
Il Teologo
 

L'Atto di dolore: ci meritiamo i castighi di Dio?

15/10/2020 

GIORGIO S. E ANNA - Non vi sembra che le parole dell’Atto di dolore presentino un Dio vendicativo e punitivo ben lontano dall’immagine del padre del figlio prodigo?

Per la verità fin dal 1973 l’edizione latina del Rito della Penitenza omette la frase in questione, che risente dell’epoca in cui fu redatta questa preghiera (XVII secolo), cioè quando Dio veniva facilmente omologato ai potenti di questo mondo (e viceversa!). L’edizione italiana dello stesso rituale (1974) non ha ritenuto opportuno adeguare un testo così radicato nella pietà popolare ed entrato gradualmente anche nella celebrazione sacramentale della penitenza come formula del penitente per esprimere il proprio pentimento. Ci si è limitati pertanto ad aggiungere semplicemente altre nove formule sostitutive di ispirazione biblica. Forse oggi, più abituati ai cambiamenti di testi sia liturgici che devozionali, si potrebbe anche aggiornare questa preghiera senza tante difficoltà. Ricordando sempre che chi compie il male fa del male a sé stesso e chi si pente trova sempre le braccia aperte della divina misericordia. Dio è amore, non si vendica e «non gode della rovina dei viventi» (Sapienza, 1, 13).

 
 
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