Gli studenti disabili meridionali hanno molti più problemi ad andare a scuola rispetto a quelli del Settentrione: in Campania, Molise, Basilicata e Calabria sono tanti gli istituti non attrezzati con scale, ascensori, servizi igienici adeguati, segnali visivi e acustici, percorsi interni ed esterni che facilitino gli spostamenti.
A denunciare questa situazione sono i dati di Exposanità (su base Istat), la mostra internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza che si è appena conclusa a Bologna. E’ l’unica manifestazione fieristica italiana dedicata ad argomenti importanti e delicati come disabilità, ruolo degli ospedali sul territorio, invecchiamento della popolazione. “Il tema dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità impone due diversi livelli di riflessione”, ha dichiarato Marilena Pavarelli, responsabile della manifestazione. “Da un lato è necessario ripensare ad adattare l’edilizia scolastica in modo da renderla fruibile alla maggior parte di studenti possibile, dall’altro occorre dotarsi di risorse materiali e umane che concorrano a rendere la scuola italiana più accessibile anche nei confronti di chi presenta difficoltà nell’apprendimento”. Ma qual è la situazione negli istituti italiani? Nelle scuole statali, il rapporto tra docenti e numero degli alunni con disabilità è di 1 ogni 2 studenti. Molise e Basilicata sono le regioni che dedicano più risorse con una media di 1 insegnante ogni 1,6 alunni con problemi, mentre nelle regioni Lazio e Lombardia il rapporto è inferiore: 1 docente ogni 2,4 alunni.
Di particolare interesse il convegno sulle innovazioni tecnologiche applicate alla sanità. La veloce diffusione di smartphone e tablet sta cambiando la comunicazione anche all’interno degli ospedali. “L’utilizzo dei dispositivi mobili da parte di medici e infermieri in corsia e nelle stanze dei pazienti è fondamentale per la sostituzione delle tradizionali cartelle cliniche cartacee con quelle elettroniche”, ha commentato Chiara Sgarbossa, responsabile della ricerca dell’Osservatorio Ict (Information Communication Technology) in sanità. “Solo in questo modo è possibile rendere disponibili in qualunque momento l’accesso condiviso alle cure somministrate e, in generale, a tutti i dati clinici dei pazienti, riducendo la possibilità di errori e incomprensioni tra i vari operatori che, in momenti e luoghi diversi, seguono lo stesso paziente”.
Un'area è stata dedicata alla terza età, con iniziative, rassegne e incontri mirati a individuare le linee guida per il futuro. E' stato stimato che nel 2040 la popolazione over 65 rappresenterà per l’Italia il 35 per cento del totale. L'invecchiamento della collettività richiede pertanto nuove soluzioni per il mondo ospedaliero e per rispondere a maggiori bisogni sanitari.