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giovedì 19 settembre 2024
 
 

L'Avvento speciale dell'Unicef

29/11/2014  Il 20 novembre 1989 l’Onu approvava la Convenzione sui diritti dell’infanzia. Una data speciale per l’Unicef: in questi giorni ne celebra i 25 anni. E una data speciale anche per il portavoce in Italia dell’agenzia delle Nazioni Unite: Andrea Iacomini proprio il 20 novembre scorso è stato ricevuto da papa Francesco. Un momento di bilancio.

Andrea Iacomini a colloquio con papa Francesco il 20 novembre 2014.
Andrea Iacomini a colloquio con papa Francesco il 20 novembre 2014.

E' un Avvento unico e speciale. Il tempo dell'attesa del Natale, ma anche dello sguardo rivolto ai più piccoli, quest'anno s'intreccia a un'importante ricorrenza per l'Unicef. Venticinque anni fa, infatti - era il 20 novembre 1989 -, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite approvava la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

Per la prima volta si enunciavano, in forma coerente, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e le bambine del mondo.  

Per Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, poi, c'è anche qualcosa di molto personale. Lo scorso 20 novembre (proprio nell'anniversario della Convenzione) è stato ricevuto in udienza da papa Francesco  insieme con altri operatori umanitari. Un libro fotografico con le immagini di bambini scattate in ogni angolo del Pianeta e una Pigotta, bambola di pezza dell'Unicef, ormai un'icona: questi i doni, entrambi carichi di simboli, che ha voluto lasciare al Santo Padre.

Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia (Questa e la foto di copertina sono di Rinonapoli).
Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia (Questa e la foto di copertina sono di Rinonapoli).

«La Convenzione Onu sui diritti dell'Infanzia», spiega il portavoce di Unicef Italia, «è il trattato più ratificato della storia. Ben 194 Paesi lo hanno adottato. Però è anche uno dei più violati».

Parlano i numeri. O meglio, parlano le vite che vi si nascondono dietro. Nel mondo ogni giorno muoiono 17.000 bambini per cause prevedibili. «Malattie come la poliomielite o la pertosse in alcuni Paesi sono ancora dei killer inarrestabili». Agghiacciante il dato sulle violenze, di cui sono vittime 120 milioni di bambine e ragazze sotto i vent'anni.

E poi l'atrocità dei conflitti, dalla Siria all'Iraq, da Gaza al Sud Sudan. «A causa della guerra, a 30 milioni di bambini viene negato il primo giorno di scuola».

Uno scenario drammatico, nel quale però 25 anni di Convenzione Onu e di costante impegno dell'Unicef  hanno lasciato anche profondi segni di speranza. Il tasso di mortalità infantile sotto i cinque anni è stato quasi dimezzato, passando dai 12,6 milioni di decessi annui del 1990 ai 6,3 milioni del 2013.

Oggi circa 100 milioni di bambini ogni anno vengono vaccinati. Fondamentali anche le conquiste sul fronte dell'istruzione: tra il 1990 e il 2012, il numero di minori privi di accesso alla scuola primaria è diminuito di oltre il 40%.

Un Avvento speciale, dunque, occasione in cui riflettere sul concetto di attesa. Per Iacomini «aspettare qualcosa di straordinario - e la venuta di Gesù Cristo, che salda cielo e terra, ha dato senso nuovo all'esistenza delle persone - significa anche sapersi fermare, riordinare affetti e impegni secondo le giuste priorità, spegnendo i motori per fare più attenzione a chi abbiamo accanto. Se ci riusciremo con i nostri bambini, poi sapremo farlo anche con quelli più lontani».

In Italia, l'impegno dei volontari Unicef è tangibile: sono 4.500 persone che organizzano raccolte fondi per i progetti di sviluppo e lavorano in più di 200 scuole per formare gli studenti sulle norme della Convenzione Onu.

 
 
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