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domenica 06 ottobre 2024
 
 

L'educazione al rispetto delle donne nasce in famiglia

09/08/2013  Arresto in flagrante dello stalker, pene più severe, minori più difesi: il decreto varato da Palazzo Chigi va nella giusta direzione. Ma non bisogna abbandonare il fronte della prevenzione: al rispetto si educa in famiglia.

E' finalmente stata approvata la necessaria e tanto attesa legge contro il femminicidio. Il decreto prevede l'intervento delle forze dell'ordine quando viene segnalato un reato di lesioni personali (anche in assenza della querela di parte), l'allontanamento forzato da casa per il coniuge violento, modifiche alle norme sullo stalking, aggravanti per chi commette violenza sessuale su donne disabili o incinte e aumenta di un terzo della pena se al reato assiste un minore o se la violenza viene commessa dal coniuge o dal convivente. Viene introdotta anche un'altra importante norma riguardante l'impossibilità di rinunciare alla querela: troppe volte le donne ritirano la denuncia per paura o per difendere i figli.

Prevenire, punire, proteggere sono quindi i cardini di queste «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere», tre importanti obiettivi per il cui raggiungimento è necessario l'impegno di tutti. Sicuramente in prima fila a "proteggere" ci saranno le forze dell'ordine, a "punire" la magistratura. Chi si occuperà di "prevenire"? Basterà una legge severa a combattere la cultura delle prevaricazione, del possesso e del disprezzo verso il sesso femminile così radicata in certi uomini?

Chiaramente ci auguriamo che vengano incrementati i progetti educativi per i giovani, magari già per i bambini e i ragazzi nelle scuole e in tutte le agenzie educative. Progetti che non devono escludere le femmine. Anche loro vanno cresciute sin da piccole nella consapevolezza che non dovranno mai accettare e giustificare questi comportamenti da parte dei loro uomini.

Ma prima tra tutte a trasmettere un messaggio di rispetto dovrà esserci la famiglia e forse in prima fila ci aspettiamo le madri. Quando le cronache raccontano le violenze efferate e continuate di uomini verso le compagne o ex compagne viene da chiedersi chi e come sono i genitori di quest'uomo? Cosa ha visto accadere tra le mura domestiche e come era la sua mamma quando era un bambino? Una donna fragile e sottomessa, una donna che lo ha cresciuto, in quanto figlio maschio, come un principino cui tutto è dovuto e cui nessuno può mancare di rispetto?

In entrambi i casi è stata una mamma che ha sbagliato e nel suo errore ha trascinato il figlio rendendolo infelice e incapace di avere delle relazioni equilibrate e le donne che lo hanno incontrato e che hanno dovuto subire la sua violenza.


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