Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 13 settembre 2024
 
dossier
 

Con la Bibbia in mano per le strade del mondo

29/05/2016  Si è chiusa la manifestazione dedicata alle Sacre Scritture organizzata dai Paolini a Vicenza con oltre 150 eventi sul tema della pace e la giustizia, distribuiti in cinque diocesi del Nordest. Il bilancio del direttore don Ampelio Crema: «La città devastata dallo scandalo della Banca Popolare ha bisogno di una scossa per risorgere. Questo evento può aiutarci»

Messaggi di pace da tutte le religioni: in piazza dei Signori a Vicenza, dopo una breve introduzione, un rappresentante per fede religiosa lancia un appello per la pace nel mondo, cui segue  un momento di silenzio e un gesto finale comune, per rilanciare oltre Festival il messaggio di pace.
 Si conclude così, con un grande evento simbolico, la dodicesima edizione del Festival Biblico, organizzato dai Paolini di Vicenza e dalla diocesi.

      Una kermesse durata 11 giorni, dal 19 al 29 maggio, che ha coinvolto cinque diocesi (oltre a Vicenza, quelle di Trento, Verona, Padova e Adria-Rovigo),    centinaia di volontari in maglia rossa e ha presentato nelle più belle piazze e sale del Veneto, più di 150 eventi tra conferenze, spettacoli, animazioni, esposizioni e meditazioni, tutti attorno al tema che dava il titolo alla manifestazione “Giustizia e pace si baceranno”, tratto dal Salmo 85, per cercare di dare risposte e nuovi percorsi a quella domanda di giustizia e di pace che è dentro di noi. Ogni città ha cercato un approccio diverso e originale al tema, che è la grande questione del nostro tempo. Sempre a partire dalla Parola ispiratrice della Bibbia. 

E’ stata un’edizione diversa dalle altre (nuovi il logo, i volti, l’assetto organizzativo, la distribuzione degli eventi), più social e ancora più giovane nel coinvolgimento dei volontari,  ma sempre fedele all’idea originaria: aprire la Bibbia tra corti, vie e piazze di Vicenza e del suo territorio, laddove pulsano la vita e le relazioni della gente. Una scommessa, che ha poi coinvolto altre città venete, che nasce dalla convinzione circa l'importanza vitale del dialogo tra le sacre scritture ebraico-cristiane e l'uomo contemporaneo.

 “La cosa più bella? Ancor prima degli eventi di questi giorni, tutto il cammino che ha preceduto il festival e il convergere e l’animarsi di un intero territorio, a partire dalle scuole,  su un tema così impegnativo. Quest’anno c’è stata perfino l’esperienza di stage al Festival all’interno del progetto alternanza scuola-lavoro di una  sessantina di studenti delle superiori”. Così risponde don Ampelio Crema, codirettore del Festival, a cui abbiamo chiesto un primo bilancio dell’iniziativa nel giorno della sua chiusura. “Significativo il modo in cui abbiamo parlato di pace, partendo dai focus internazionali e dai grandi scenari mondiali per arrivare a  chinarci sulla nostra dimensione personale. La pace nel mondo nasce dalla pace interiore. Questo è uno dei tanti messaggi lanciati dal Festival, perfettamente in sintonia con il pensiero di papa Francesco. Un altro grande invito partito da questi tavoli è quello ricordatoci da don Luigi Ciotti: questa è un’epoca che chiede dieta di parole per dare spazio alla Parola”.

    Un pensiero va anche ai tanti volontari che hanno permesso  la riuscita di una manifestazione così complessa: “Mi ha colpito vedere tanti giovani e adulti dedicare il proprio tempo nell’organizzazione degli eventi. Non è  frequente vedere lavoratori che spendono le ferie per un’attività di volontariato culturale  come la nostra. Ci dà speranza inoltre ascoltare i tanti inviti a proseguire per la strada avviata”.    L’entusiasmo nomade del festival, conclude il religioso paolino, è un segno di speranza che nasce in una città che negli ultimi tempi è finita sui giornali solo per gli scandali finanziari che hanno coinvolto il suo istituto bancario più rappresentativo. Conclude: “Anche un Festival può aiutare una città a risorgere”.  

Multimedia
Don Adriano, il prete che forgia la vita dalle bombe della guerra
Correlati
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo