Il Papa ricorda e saluta i fratelli e le sorelle delle Chiese orientali che domani celebrano il Natale e poi si rivolge ai bambini: «Cari bambini e ragazzi, con la
vostra preghiera e il vostro impegno voi collaborate alla missione della
Chiesa. Vi ringrazio per questo e vi benedico». L'Epifania, ricorda papa Francesco affacciandosi dalla finestra dello studio per l'Angelus, «è la Giornata
missionaria dei bambini, proposta dalla Pontificia Opera della
Santa Infanzia. Tanti ragazzi, nelle parrocchie, sono protagonisti di
gesti di solidarietà verso i loro coetanei, e così allargano gli
orizzonti della loro fraternità».
Prima aveva spiegato che l'Epifania fu la prima manifestazione di Cristo alle genti, «perciò l’Epifania mette in risalto l’apertura universale della salvezza portata da Gesù. Perché Gesù è venuto per tutti i popoli della terra, è venuto per tutti. In effetti, questa festa ci fa vedere un duplice movimento: da una parte il movimento di Dio verso il mondo, verso l’umanità - tutta la storia della salvezza, che culmina in Gesù -; e dall’altra parte il movimento degli uomini verso Dio - pensiamo alle religioni, alla ricerca della verità, al cammino dei popoli verso la pace, la giustizia, la libertà -. E questo duplice movimento è mosso da una reciproca attrazione». Una reciproca attrazione fatta dall'amore di Dio per noi e dal nostro desiderio per Lui. «Dio vuole liberarci dal male, dalle malattie, dalla morte, e portarci nella sua casa, nel suo Regno. E anche da parte nostra c’è un amore, un desiderio: il bene sempre ci attrae, la verità ci attrae, la vita, la felicità, la bellezza ci attraggono... Gesù è il punto d’incontro di questa attrazione reciproca e di questo duplice movimento: Dio e uomo».
L'iniziativa, però, parte sempre da Dio. «L'amore di Dio viene sempre prima del nostro: Dio ci aspetta, ci invita». I Magi non sarebbero partiti se non avessero visto la stella, spiega papa Francesco: «La luce ci precede, la verità ci precede, la bellezza ci precede. Dio ci precede. Il profeta Isaia diceva che Dio è come il fior di mandorlo perché in quella terra il mandorlo è il primo che fiorisce. Dio ci precede sempre, la sua grazia; e questa grazia è apparsa in Gesù. Lui è l’epifania, la manifestazione dell’amore di Dio, è con noi. La Chiesa sta tutta dentro questo movimento di Dio verso il mondo: la sua gioia è il Vangelo, è riflettere la luce di Cristo».
E infine un auspicio: «La Chiesa è il popolo di coloro che hanno sperimentato questa attrazione e la portano dentro, nel cuore e nella vita. Mi piacerebbe sinceramente dire a quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa, dirlo rispettosamente, a quelli che sono timorosi e indifferenti: il Signore chiama anche te, chiama ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore. Il Signore ti chiama, il Signore, ti cerca, il Signore ti aspetta. Il Signore non fa proselitismo, dà amore. E questo amore ti cerca, ti aspetta, adesso, in questo momento che non credi e sei lontano».