Il manifesto della 42a edizione Settimana sociale spagnola (Alicante, 23-25 ottobre 2014)..
L’agenda è sempre fitta e tende ad articolarsi attorno ai
grandi temi della vita di ogni giorno: l’economia, il lavoro, la
famiglia, la cura della salute, il volontariato, le povertà, il rapporto
Stato-società, il ruolo della religione nello spazio pubblico,
l’educazione, la promozione e la tutela dei diritti, le migrazioni, le
comunicazioni. Le Settimane sociali, organizzate pur con modalità
differenti in diversi Paesi, crescono e si ritagliano uno spazio
significativo per una presenza cristiana consapevole ed efficace
nell’Europa del terzo millennio.
Sorte per lo più nel
Novecento con l’intento di mettere a confronto le profonde
trasformazioni dell’epoca con la dottrina sociale della Chiesa, in
taluni casi promosse dal laicato più impegnato, in altre sospinte dalle
Conferenze episcopali, le Settimane sociali rappresentano tuttora un
vivace patrimonio in Italia (dal 1907), Francia (dal 1904), Germania (dal 1848), Spagna
(dal 1906; ad Alicante, dal 23 al 25 ottobre, si svolge la quarantaduesima edizione dal
titolo “Per una società nuova. Sfide e proposte”). Esperienze simili,
più o meno recenti, si riscontrano anche in Austria, Polonia, Slovenia,
Portogallo, Ucraina. In qualche caso si tratta di incontri a carattere
ecumenico.Tali esperienze sono attraversate da sensibilità
comuni: c’è, di fondo, la convinzione di una “dimensione continentale”
della presenza sociale del cristianesimo, anche in ragione delle comuni
radici cristiane che tuttora segnano tante realtà nazionali in Europa.
Si impone, inoltre, la netta convinzione che una Chiesa radicata nel
tessuto culturale e sociale di una Nazione, condivide problemi e sfide
che attraversano quel vissuto “feriale”, i quali a loro volta vanno
ormai caratterizzando e interrogando l’Europa intera: si tratti delle
ricadute della crisi economica o del crescente individualismo,
dell’invecchiamento demografico o dell’accelerazione del secolarismo,
delle migrazioni, dell’affermarsi di una società multietnica e
multireligiosa, oppure delle novità imposte da internet o dal consumismo
imperante.
L'edizione 2012 delle Settimane sociali in Francia.
Il messaggio del Vangelo - in definitiva - percorre le
stesse strade delle donne e degli uomini di oggi e può essere fermento
di novità, lievito, sale, luce, ogni giorno, in ogni situazione, a ogni
latitudine. È quanto emerso, del resto, dalle recenti Giornate
sociali cattoliche svoltesi a Madrid in settembre, sviluppatesi non a
caso attorno al tema “La fede cristiana e il futuro dell’Europa”. E la
Settimana spagnola di Alicante si muove nella medesima direzione,
evidenziando un ulteriore aspetto: la relazione introduttiva è infatti
affidata al cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione. Per
chiarire i motivi di tale, precisa scelta, Vicente Navarro de Luján,
presidente della Giunta nazionale delle Settimane sociali di Spagna, ha
affermato che Barbarin, oltre a essere “una persona molto stimata e
rispettata, con una grande capacità di dialogo”, si trova alla guida “di
una diocesi, quella di Lione, che potrà servirci senza dubbio come
paradigma dei problemi che possono avere altre diocesi in Europa”.
Ecco
lo sguardo di una Chiesa che va oltre le frontiere, proprio perché la
missione evangelizzatrice non ha confini, non si fa imbrigliare dalle
carte geografiche, allarga il suo sguardo a ogni essere umano, a ogni
comunità, a ogni società. S’intravvede nel “movimento europeo”
delle Settimane sociali un segnale forte, forse non codificato ma
reale, di quella “Chiesa in uscita” ispirata da Papa Bergoglio. Una
comunità credente che - come riscontrato con tutta evidenza nel Sinodo
sulla famiglia - ha voglia di ascoltare, di confrontarsi, di valutare,
senza pregiudizi né chiusure, tutti i “segni dei tempi”, per poter
ripensare e rilanciare la sua stessa missione di amore, di pace, di
giustizia e di solidarietà.
Gianni Borsa,
Agensir.it