Nell’Idomeneo, opera di Mozart in programma dall’8 al 16 novembre al Teatro Costanzi per la stagione del Teatro ’Opera di Roma, saranno presenti sul palcoscenico anche 31 persone (rifugiati, richiedenti asilo e Rom) che fanno dei parte dei progetti di inserimento della Comunità di Sant’Egidio.
L’idea è stata di Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell’Opera, è ha tre motivazioni. Primo: nella trama di Idomeneo il mar Mediterraneo ha un ruolo centrale, perché lo attraversano i greci vincitori delle guerre, i troiani sconfitti ed è anche una storia di naufragi e di approdi. Secondo: il regista canadese Robert Carsen, ha concepito uno spettacolo che ambienta nel nostro tempo la vicenda raccontata nell’opera di Mozart. “Non saprei ambientare questa storia all’epoca della guerra di Troia”, confida il regista. Quindi i profughi troiani che si vedranno in scena possono benissimo essere i profughi di uno dei tanti conflitti del mondo di oggi che costringono uomini e donne a prendere la via del mare. Terzo: Fuortes persegue da tempo l’obiettivo di aprire sempre di più il teatro alle diverse realtà dI Roma e ha trovato un interlocutore sensibile in Mario Marazziti, storico esponente della Comunità di Sant’Egidio.
Le persone scelte dalla Comunità di Sant’Egidio per lo spettacolo sono 16 uomini e 15 donne. Undici di loro sono arrivati in Italia via mare, 6 attraverso i corridoi umanitari che Sant’Egidio ha attivato da tempo in collaborazione con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la Cei-Caritas. Gran parte di loro proviene dalla Siria.
“In questo modo il Teatro dell’Opera incontra una parte dell’integrazione vera e possibile di chi sta dall’altra parte del Mediterraneo, i profughi e i migranti”, dice Marazziti. “La Comunità di Sant’Egidio è una eccellenza della nostra città e anche sul piano internazionale”, aggiunge Fuortes.
Il gruppo di persone scelto dalla Comunità fa parte delle 150 persone che, tra coristi, mimi e figuranti, affolleranno il palcoscenico del Teatro Costanzi durante lo spettacolo. La Creta di Omero diventa un’isola del nostro tempo, dove una rete metallica separa vincitori (i militari) e i vinti (i rifugiati). Di forte impatto la scena del terzo atto, in cui il palcoscenico si riempie di giubbotti di salvataggio.
Nella lunga storia del teatro dell’Opera di Roma, Idomeneo fu rappresentato una sola volta, nel 1983. A dirigerlo questa volta è chiamato il quarantenne direttore d’orchestra pesarese Michele Mariotti, già applaudito nei maggiori teatri del mondo (Scala, Metropolitan, Opera Bastille, Covent Garden), al suo debutto all’Opera di Roma. “Idomeneo”,spiega Mariotti, è un capolavoro di modernità e di attualità, che non resterà mai vincolato alla cultura che lo ha generato. Può essere letto e codificato con molti linguaggi, il nostro è un messaggio di amore e di pace”. Il regista Carsen conferma e aggiunge che “l’arte c’è per aiutarci e guidarci nella speranza che possa venire la pace”. Mariotti promette “una lettura inquieta, in cui cerco, fin dall’inizio, di far sentire la presenza del mare”. Fuortes ha definito Mariotti “il più bravo dei giovani direttori italiani” e ha espresso la speranza che la sua presenza sul podio del Costanzi “non sia un’apparizione isolata”
Nel ruolo del titolo canterà il tenore statunitense Charles Workman, Joel Prieto sarà Idamante. Rosa Feola e Adriana Ferfecka (nella recita del 14 novembre) avranno il ruolo di Ilia, Miah Persson sarà Elettra. Completano il cast Alessandro Luciano, Oliver Johnston e Andrii Ganchuk.
Il nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma è una coproduzione con il Teatro Real di Madrid, Den Kongelige Opera di Copenhagen e la Canadian Opera Company di Toronto.
Il 6 novembre è in programma l’Anteprima Giovani aperta ai minori di 26 anni, dopo la “prima” dell’8 novembre sono in programma repliche il 10, il 12, il 14 e il 16 novembre.