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lunedì 27 marzo 2023
 
Dialogo
 

L'incontro tra culture e tradizioni differenti

24/03/2016 

A volte, non so se amare ancora l’Italia e il nostro modo d’essere suoi cittadini. Né sono certo d’essere fiero di appartenere a “un popolo di santi, poeti e navigatori”. Soprattutto quando vedo come sono trattate le nostre tradizioni religiose, in rapporto a culture e fedi differenti. Tanti esperti, in Tv e sui giornali, si affannano a giustificare l’eliminazione di ogni simbolo cattolico dai luoghi pubblici, per non offendere i bambini di altre religioni. Il crocifisso, dicono, cioè quell’uomo seminudo in croce, potrebbe far paura. E allora mi chiedo: perché questi “esperti” ignorano che, nei luoghi pubblici, si vedono anche circolare donne velate o coperte da capo a piedi? Sono sicuri che i nostri bambini non si impauriscano nel vedere dei vestiti neri che camminano? Perché ci si prende pena dei bambini di altre religioni e mai dei nostri?

GIOVANNI C. Cosenza

Un falso rispetto per le tradizioni altrui, che ci porta a oscurare o togliere di mezzo le nostre, è segno di scarsa intelligenza; è propensione al qualunquismo, come le chiacchiere da bar. Saggezza vorrebbe, invece, che ci si accostasse con rispetto e apertura a tutto ciò che è diverso da noi, per stabilire un sereno confronto che ci faccia crescere a livello culturale, sociale e spirituale. Favorendo quella “convivialità delle differenze” che, nel corso della storia, ha permesso ai popoli di svilupparsi e averne grandi benefici, sotto ogni punto di vista. Naturalmente, questo è un cammino reciproco, da fare insieme, tenendo fuori ogni pregiudizio e ideologia.

 
 
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