Rotary Club International è uno dei maggiori promotori della campagna globale per l'eradicazione della polio
Chiunque abbia mai camminato per le strade di una qualsiasi grande città indiana, avrà conservato il ricordo doloroso di decine e decine di bambini con le stampelle, di mendicanti orribilmente storpi, di uomini e donne segnati negli arti e nell'espressione dalla poliomelite. Fino al 2009, infatti, in India si contavano ogni anno circa la metà dei nuovi casi di contagio su scala mondiale.
Cinque anni fa, qualunque esperto di sanità avrebbe detto che l'India, con tassi di natalità e densità abitativa altissimi e condizioni sanitarie medie deficitarie, sarebbe stato l'ultimo Paese al mondo a debellare la polio. Oggi invece quegli stessi esperti sarebbero costretti ad ammettere il proprio errore, dal momento che il Paese è stato ufficialmente dichiarato "polio-free" dopo 3 anni senza un solo nuovo caso di contagio.
Il Governo, in collaborazione con le organizzazioni – Rotary Club International in prima fila – che avevano dato vita alla Global Polio Eradication Initiative, ha lanciato una campagna estensiva per debellare la malattia, dispiegando 2 milioni di nuovi vaccinatori che raggiungessero bambini finora esclusi dalle cure.
Non solo: in parallelo alla vaccinazione antipolio, venivano diffusi vaccini contro il morbillo ed erano affiancate altre pratiche di educazione sanitaria di base e di cura dei neonati durante il parto e nelle prime settimane di vita.
Quest'aspetto si è rivelato di fondamentale importanza: insegnare come, per esempio, lavarsi le mani o purificare l'acqua da bere, ha generato la convinzione nelle comunità locali che loro stesse fossero prime attrici di una trasformazione radicale, anziché oggetto di una decisione presa dal Governo. I media indiani, inoltre, hanno abbracciato ampiamente la campagna sensibilizzando l'opinione pubblica e generando consapevolezza nella popolazione.
Nel 1988 la poliomelite era ancora diffusa in 125 Paesi del mondo. Oggi, solo in 3 Paesi: Nigeria, Afghanistan e Pakistan. Il risultato raggiunto in India naturalmente ha dato nuova speranza a chi lavora per sradicare completamente la malattia entro il 2018, perché fino a quando l'ultimo focolaio di contagio non sarà debellato, la polio rappresenterà sempre una minaccia pronta a ricomparire. I recenti casi della Siria e del Corno d'Africa, anni dopo l'ultimo caso di polio, dimostrano che la soglia d'attenzione deve essere mantenuta alta.
L'iniziativa indiana lascia in eredità risultati importanti. Innanzitutto è stato sviluppato un efficace e pronto meccanismo di risposta a possibili nuovi casi di contagio, che permetterebebbe di vaccinare milioni di bambini in meno di due settimane. In secondo luogo, grazie all'Unicef, è stata creata la piattaforma India Polio Learning Exchange: tele e video conferenze, scambio di informazioni, manuali di formazione, archivi di dati on line accelereranno la diffusione di conoscenza e risposte, consci che l'iniziativa indiana non dovrà essere replicata meccanicamente altrove, in Nigeria o in Afghanistan, ma servirà da modello nell'identificazione dei problemi, di soluzioni ad hoc su base locale e nello sviluppo di strategie concordate e compartecipate con le istituzioni. Nella convinzione, oggi più forte che mai, che debellare la poliomelite dalla faccia della Terra non è mai stato tanto a portata di mano.