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L'interrogazione, la partita, la fidanzata: per mio figlio, sempre "colpa loro"!

14/11/2018 

Per lui è sempre colpa degli altri. L’interrogazione andata male? La prof ha fatto domande assurde, che non fa a nessun altro. Litiga con la ragazza? È lei che non capisce e pensa solo a sé stessa. Non si ricorda di quando lui l’ha trattata così male che anch’io, come donna, mi sono sentita offesa per lei. La partita domenicale è stata persa? Certo, se tutti giocassero come lui, ma la sua squadra è piena di gente svogliata e incapace. Lo fermano i carabinieri perché ha bevuto troppo? Colpa degli amici che l’hanno lasciato solo e se ne sono andati, e di quell’altro che ha pagato da bere. Non trova una camicia? Colpa mia che sono entrata in camera sua per mettere un po’ di ordine nel delirio... Sono davvero preoccupata: e se Leonardo crescesse senza imparare ad assumersi le sue responsabilità? Ha 18 anni ma mi sembra di avere a che fare con un bambino.

FRANCESCA

— Malgrado non sembri, alla lunga è faticoso vivere sempre sulla difensiva. Un’apparente protezione diventa un peso eccessivo nella vita di tutti i giorni, come camminare con un’armatura medievale indosso. E finisce per condizionare la formazione del carattere e i rapporti con gli altri. Quella che sembra una sicurezza, infatti, nasconde una grande fragilità. Più l’adolescente si irrigidisce nell’accusare gli altri, più si coglie in lui una disperata difesa del proprio sé. Come fa un bambino capriccioso che non cede di fronte alle parole dei genitori. O come tanti adulti che si bloccano sulle proprie posizioni e non vogliono ascoltare quelle altrui. Spesso chi si comporta così è stato un bambino molto protetto, che adotta per sé gli stessi atteggiamenti narcisistici incentivati durante l’infanzia. Occorre un lavoro lungo e paziente per modificare queste situazioni difficili. Non gli si può comunicare troppo direttamente che i suoi comportamenti sono un segnale di debolezza, perché è probabile che si irrigidirà ulteriormente sulla difensiva. Piuttosto è meglio aiutarlo a riflettere che se è convinto che le cose vadano male sempre per colpa degli altri, riduce molto il suo spazio di manovra. Che è impossibile attendere che le persone cambino, o peggio che noi le possiamo cambiare. Possiamo solo provare a modificare noi stessi. Cioè imparare a gestire le situazioni in modo che non si rivoltino contro di noi. Imparando a conoscere le altre persone e comportandoci con loro in modo da essere presi in considerazione. Entrare più a fondo in contatto con l’insegnante, la fidanzata, le forze dell’ordine, la mamma, per capire il senso delle loro richieste e trovare un accordo. E riconoscere che nessuno è pura forza e che l’unico modo per affrontare le proprie fragilità è quello di saperle riconoscere e tenerne conto.

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