«Sembra che tanti hanno perso l’aspirazione di andare avanti con figli e tante coppie preferiscono rimanere senza o con un figlio soltanto. Pensate a questo, è una tragedia» (Angelus, 26 dicembre 2021). Non ha usato mezzi termini Papa Francesco per richiamare l’attenzione sulla grave paralisi della natalità che caratterizza il nostro Paese. Le nascite diminuivano costantemente ormai da molti anni, nella generale e colpevole indifferenza di troppi, ma oggi finalmente la consapevolezza è diffusa e condivisa: un Paese in cui nascono sempre meno bambini è un Paese senza futuro.
Esito rilevante e positivo di questa crescente e condivisa consapevolezza è stato l’introduzione dell’assegno unico universale, e forse proprio la pandemia è stato l’evento traumatico che ha fatto da catalizzatore finale di questo lungo processo. Certo l’atteggiamento della politica e dell’economia appare ancora ambiguo, nelle motivazioni e nell’impegno reale. Dire che bisogna fare più figli perché altrimenti non riusciremo più a pagare le pensioni è un pensiero ancora concentrato sugli interessi delle generazioni adulte e anziane, e non sulla consapevolezza dei diritti di nuove generazioni che meritano un futuro possibile.
E se non fossero arrivati i fondi del Next Generation EU forse l’assegno unico non sarebbe stato introdotto con la stessa convinzione. Peraltro su questa misura rimangono ancora forti dubbi di reale adeguatezza, in termini di quantità complessiva di risorse e di reale equità tra le famiglie – occorrerà vigilare con grande attenzione, quindi, sulla reale attuazione. E che dire poi della perdurante difficoltà delle donne nel mercato del lavoro, quando si prospetta una gravidanza? In troppi contesti il rischio di marginalizzazione o addirittura di perdita del lavoro per una madre è drammaticamente reale. E questo certamente blocca molti pro-getti di maternità e paternità.
Per affrontare la tragedia dell’inverno demografico quindi non bastano i sostegni economici: serve una vera rivoluzione culturale, che trasformi il tema puramente demografico della natalità nel valore sottostante, la generatività. La demografia interessa ai governi e alle aziende, la generatività è il movimento di libertà di una coppia di giovani che scommettono sulla bellezza della vita. Solo l’azione di questa libertà renderà il nostro popolo più capace di accogliere nuove vite.
È la generatività, inoltre, che sa superare la pura genitorialità biologica, diventando accoglienza anche a chi una famiglia non ce l’ha, offrendo una famiglia attraverso adozione, affido e ogni altra forma di accoglienza familiare. Perché ogni nuova vita è una risorsa per l’intera società, e ha diritto all’accoglienza non solo dei propri genitori naturali, ma da parte dell’intero villaggio umano.