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venerdì 29 settembre 2023
 
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L'irresponsabilità di una crisi annunciata: basta egoismi

12/01/2021  Palazzo Chigi: se Italia viva si sfila sarà impossibile un nuovo Governo con lei. La formazione di Matteo Renzi va verso lo strappo e pensa a una conferenza stampa da convocare domani pomeriggio. Giuseppe Conte pronto alla sfida in aula. Il Consiglio dei ministri si riunisce a partire dalle 21.30. La posta in gioco e i problemi reali: l'editoriale di Luciano Regolo, condirettore di Famiglia Cristiana

Le foto di questo servizio sono dell'agenzia Ansa.
Le foto di questo servizio sono dell'agenzia Ansa.

Che cosa deve accadere perché l’egoismo di certi partiti o di certi leader politici possa finalmente trovare un argine?

Perché la sensazione di questa nuova crisi che si sviluppa in Italia è quella di una assoluta irresponsabilità di fronte a uno scorcio epocale che in qualche modo richiama altri foschi contesti storici, scenari in cui occorre che le forze politiche di qualunque colore e di qualunque  idea facciano fronte comune per arginare un’emergenza molto forte. Penso, per esempio, all’Italia del 1946, che usciva da un ventennio dittatoriale e da una guerra devastante e alla forza dei padri costituenti di mettere da parte i particolarismi partitici in nome di un bene comune e costruire almeno un muro giuridico perché i disastri del Passato non tornassero. In questo caso, invece, sembra non esserci neppure la minima percezione della necessaria unità di fronte a un’emergenza così vasta. Né il ricordo istruttivo di quel Passato.

Qui non si tratta soltanto della pandemia, che già di per sé per il numero di vittime che ha mietuto e che sta mietendo dovrebbe far riflettere, ma si tratta anche delle conseguenze gravose su ogni famiglia che questa pandemia ha provocato: aziende in fallimento, attività azzerate, licenziamenti. E proprio adesso che si sta approvando un recovery plan di fronte al quale ci guarda tutta l’ Europa, perché ne va in qualche modo anche della credibilità di un’economia già traballante ben prima di questa emergenza di fronte al contesto interazionale,  si mette a repentaglio la stabilità di un Governo,che,  con tutti i suoi sbagli. i suoi punti di forza e/o di debolezza, in questo momento rappresenta uno dei pochi punti di riferimento entro ed oltre i confini. Il farlo per un semplice rimpasto o un cambiamento di poltrone, non giova certo alla credibilità dell’Italia nello scacchiere internazionale e soprattutto non giova neppure alla fiducia che  i cittadini possono avere verso le istituzioni

 

Questo è un altro punto di estrema debolezza. Penso che il tasso di astensionismo molto forte anche in Italia, come la superficialità di alcuni messaggi  che impazzano specie sui social, sono un po’ un preludio a quelle tristi manifestazioni che si sono verificate, per esempio, negli Stati Uniti di recente.

Quindi non si possono che accogliere, si sia favorevoli o no a questo Governo, con favore le parole da un lato del Capo dello Stato che più volte ha ricordato ai partiti la necessità in questo momento di unirsi e di mantenere alto il senso della responsabilità e del bene del Paese e dall’altro quelle di papa Francesco, che ha richiamato la strada della solidarietà e dell’unità non solo per un motivo religioso, ma anche di concretezza perché, come ripete spesso, “questa pandemia  ha dimostrato che da soli non si può andare avanti”.

Il fatto che un piccolo partito, rappresentativo di una forza dal punto di vista elettorale, realmente irrisoria, possa determinare lo scacco di un Governo in un contesto del genere, e per ragioni a dir poco di dubbia utilità pubblica, ben difficilmente evocano la strada della responsabilità. Ricordano piuttosto il trito cliché della logica dei grandi potenziali di ricatto dei partitini , dei rimpastoni e del clientelismo stile prima Repubblica, con buona pace di chi si presentò agli italiani parlando di rottamazione. Sic transit gloria mundi

 
 
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