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mercoledì 18 settembre 2024
 
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L'Italia delle leggi razziali

26/01/2017  Il romanzo Stelle di panno (Lapis edizioni), di Ilaria Mattioni rievoca l'amicizia di due bambine, di cui una ebrea, nella Milano degli anni Trenta e della seconda guerra mondiale, quando le leggi razziali imposero una criminale discriminazione tra gli italiani

Sono numerosi i romanzi che affrontano il tema dell’Olocausto, molto di meno quelli che trattano il periodo in cui in Italia sono entrate in vigore le leggi razziali. Una lacuna colmata egregiamente da Stelle di panno (Lapis Edizioni), dell’esordiente Ilaria Mattioni, docente di Storia della comunicazione educativa all’Università Cattolica di Milano e Piacenza, ed esperta di storia dei giornali per ragazzi. E di questa sua competenza storica è intessuto il racconto di due amiche di nove anni, Carla e Liliana, che vivono nello stesso palazzo nel centro di una Milano della fine degli anni Trenta. Il fatto che Liliana sia ebrea non ha mai costituito alcun problema. Almeno fino a quando una mattina la severa maestra Panzeri comunica alla bambina che non potrà più frequentare la scuola in seguito alle nuove disposizioni del regime fascista. Liliana, che è sempre stata un’allieva modello, spesso elogiata dalla maestra, si sente frastornata da quella decisione, e si allontana mestamente verso casa. Per fortuna può contare sull’amicizia di Carla, che inizialmente continua a rimanerle fedele. Poi però  un sentimento strisciante si fa largo nella bambina: la maggior parte delle sue compagne ha sposato in toto la nuova politica sulla razza, di cui la maestra Panzeri è un’entusiasta sostenitrice. E cominciano a escluderla in modo perfido quando si rendono conto che continua a frequentare Liliana.  Carla è una bambina semplice, non un’eroina,  e questa esclusione la fa soffrire. Il suo legame con Liliana si raffredda fino a troncarsi del tutto quando, in occasione del ritorno della bambina ebrea nella sua vecchia scuola per sostenere gli esami di idoneità, Carla le lancia un sasso. Con quel gesto estremo si conquista l’appoggio delle sue compagne, con le quali condivide anche l’iscrizione alle Piccole italiane, il versante femminile dei Balilla. Intanto la sua famiglia continua ad avere rapporti con quella di Liliana, soprattutto il padre di Carla che non fa mistero di dissociarsi dalla politica fascista.  Ma è scoppiata la guerra, il cibo scarseggia, arrivano i bombardamenti, le corse nei rifugi. E proprio in una di queste occasione le due bambine si ritrovano. Liliana è paralizzata dalla paura in mezzo a una strada e non riesce a muoversi per andare in un rifugio. Carla la prende per mano e la trascina verso la salvezza, mentre al contrario una loro amica rimane sotto le macerie della sua casa distrutta. Il loro legame si ricuce definitivamente quando le due famiglie si ritrovano sfollate nel paese dei nonni di Carla, sul lago Maggiore, gli ebrei con i documenti falsi che ha procurato loro il padre di Carla, perché nel frattempo sono iniziati i rastrellamenti  verso i campi di sterminio. In quello spicchio di serenità ritrovata Carla e Liliana crescono libere, mentre arriva l’eco della lotta partigiana, delle notizie sulla guerra attraverso Radio Londra, gli echi degli eccidi degli ebrei. Fino al rientro nella Milano liberata, tra esplosioni di gioia e vendette sui fascisti.  

 Il titolo del libro si riferisce all’episodio iniziale: le bambine hanno ammirato le stelle di panno sugli abiti della nona  di Liliana, che è scappata dalla Germania. Ignorandone il vero significato credono sia un vezzo della moda tedesca e le riproducono per  apporle sui loro abiti e far così felice la nonna, che invece alla loro vista arretra inorridita. Dicevamo della accurata ricostruzione storica degli ambienti, l’abbigliamento, le abitudini, il cinematografo, le letture dei ragazzi, le botteghe. Al lettore sembra di aggirarsi nella Milano di quegli anni, di sentirne quasi gli odori. Il tutto con una scrittura fluida, fresca, perfettamente calata nell’animo delle due bambine, senza vezzi, ma rigorosa nella sua semplicità. Un romanzo rivolto ai ragazzi ma che chiunque può gustare per ritrovarsi immersi in un’Italia di cui dovremmo avere memoria. Perché la tentazione di girare le spalle a un nostro fratello in virtù di una nuova forma di discriminazione è sempre in agguato e ognuno di noi può trovarsi di fronte alla scelta tra ciò che è più comodo e ciò che è più giusto.

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