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venerdì 13 settembre 2024
 
 

«L'Italia è favorevole al disarmo nucleare»

01/11/2013  Ma non può dirlo troppo forte. Sembra questa, alla fine, la posizione espressa da Lapo Pistelli, vice ministro degli Esteri con delega all’Onu. «Cerchiamo di spingere in direzione del disarmo l’intera Unione Europea». Ma insomma, l'iniziativa neozelandese il nostro Paese non intende firmarla.

Lapo Pistelli è il vice ministro degli Affari Esteri con delega all’Onu. Per questo, insieme a Emma Bonino, è il destinatario della lettera di Rete Disarmo e di Beati i costruttori di pace, affinché l'Italia sostenga alle Nazioni Unite l'iniziativa neozelandese sul disarmo nucleare.

- Come risponde all'appello della Rete Disarmo e di Beati i costruttori di pace?

«Anche l’Italia ha partecipato a marzo alla Conferenza Internazionale di Oslo sull’impatto umanitario delle armi nucleari. Assieme alla maggioranza dei nostri partner UE e NATO abbiamo aderito alla dichiarazione australiana sulle conseguenze umanitarie dell’uso delle armi nucleari. È un testo comunque molto esigente e in linea con la posizione dell’intera Unione Europea, così come delineata nella Strategia di Sicurezza contro la Proliferazione della Armi di Distruzione di Massa, una posizione – desidero ricordarlo – che fu adottata nel 2003 durante il semestre di Presidenza italiana dell’UE».

- L'azione neozelandese è utile?


«Assolutamente sì. Qualunque iniziativa che riporti l’attenzione sulle tematiche del disarmo è positiva. L’asticella non va mai abbassata. Perfino gli Stati Uniti, che sono la massima superpotenza militare mondiale, per voce del Presidente Obama – mi riferisco al discorso di Berlino e alle iniziative su non proliferazione e disarmo – restano impegnati su questo versante ideale. Più modestamente, noi cerchiamo di promuovere un ampio consenso nella nostra “squadra”, cioè in Europa: vediamo con favore lo svolgimento della prossima Conferenza dedicata al tema dell’impatto umanitario il prossimo anno in Messico, ci siamo pronunciati in favore di un Mediterraneo e Medioriente libero da armi nucleari e armi di distruzione di massa».

«Noi siamo considerati un Paese seriamente impegnato anche sui temi del bando delle mine antiuomo o delle cluster bombs»

- Il tema del disarmo nucleare è attuale sulla scena mondiale?

«Lo è meno di come lo ha vissuto la mia generazione, cresciuta ai tempi della “dottrina della mutua distruzione assicurata”, del confronto fra Unione Sovietica e America, e poi dei primi summit sul disarmo. Ma dovrebbe rimanerlo sempre, poiché l’arma nucleare non consente di dire “mi spiace, ho sbagliato, la prossima volta starò più attento”».

- Qual è la posizione e l’azione italiana sul tema?

«Noi siamo considerati un Paese seriamente impegnato su questo ma anche su altri temi correlati, e francamente più alla portata, come il bando delle mine antiuomo o delle cluster bombs. Metodologicamente cerchiamo di spingere in questa direzione complessiva l’intera Unione Europea. Siamo consapevoli di vivere su una faglia, quella mediterranea e mediorientale, più fragile di altre, dunque più potenzialmente soggetta a crisi e perciò più bisognosa di argini come un serio impegno collettivo al disarmo. È questo il senso della nostra partecipazione a tutti i recenti eventi della settimana Nazioni Unite a New York, dal disarmo nucleare alla messa al bando degli esperimenti nucleari. Proprio recentemente è stato istituito un “Gruppo di Persone Eminenti” per favorire l’entrata in vigore del Trattato sul Bando degli Esperimenti Nucleari. L’Italia è entrata a farne parte ed è rappresentata dall’onorevole Federica Mogherini».

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