“Siamo qui per celebrare i 250 anni della nascita di Gaspare Spontini, ma molte persone nn sanno neppure chi è, e questa è una vergogna!”, esclama Riccardo Muti davanti al pubblico che affolla il Teatro Pergolesi di Jesi. È la sera del 16 marzo e al termine del concerto che apre le celebrazioni in onore di Spontini, Riccardo Muti prende in mano il microfono attorniato dalle ragazze e dai ragazzi dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” e per un quarto d’ora denuncia l’ingratitudine dell’Italia nei confronti delle migliori tradizioni musicali del nostro Paese. “Nelle memorie di Wagner si legge che quando Spontini arrivò a Dresda e scese da una carrozza principesca, Wagner si inginocchiò davanti a lui. Perché abbiamo dimenticato questi colossi della musica?”, ricorda ancora Muti. Che poi aggiunge: “Che cosa è successo al nostro paese? dobbiamo metterci in testa che la storia della musica insegnata bene e portando bellezza e armonia alle nuove generazioni possa veramente migliorare il futuro dell’Italia”.
Le parole di Muti arrivano dopo un concerto memorabile, che ha presentato capolavori dei due giganti della musica nati in questo lembo di terra marchigiana. Prima l’intenso e commovente Stabat Mater per soprano, contralto, archi e basso continuo di Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), con le soliste Damiana Mizzi e Margherita Sala. Poi l’Ouverture dalla Vestale e due arie da opere di Spontini (Agnese di Hohenstaufen e La Vestale) magistralmente interpretate dal mezzosoprano russo Lidia Fridman. Un programma che il giorno seguente, domenica 17 marzo, è stato riproposto al pubblico del Teatro “Ventidio Basso” di Ascoli Piceno.
Pergolesi nacque a Jesi. Spontini a Maiolati, un borgo poco distante, in cima a una collina a 412 metri sul livello del mare. Dal 1939 il paese si chiama Maiolati Spontini in omaggio al suo figlio illustre. Nato il 14 novembre del 1774 in una famiglia umile, Spontini fu l’unico, tra cinque fratelli, a non scegliere la vocazione religiosa. La passione per lo musica lo porta studiare al Conservatorio di Napoli. A 22 anni compone la sua prima opera teatrale (Li puntigli delle donne), ma poi costruisce il suo successo in Europa. Prima a Parigi (dove resta 17 anni alla corte di Napoleone) e poi a Berlino (dove lavora per vent’anni presso il Re di Prussia Federico Guglielmo III). “Gaspare Spontini è stato un compositore pienamente europeo. Capace di leggere, spesso in anticipo, i grandi cambiamenti culturali e politici che hanno attraversato l’Europa nel tempo in cui è vissuto”, dice Cristian Carrara, Direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini. “Spontini”, fa notare Riccardo Muti, “è uno dei nostri compositori che, insieme ad altri, ha fatto l’Europa prima dei politici e degli economisti”.
L’ opera più celebre e più eseguita di Spontini è La Vestale, una tragédie-lyrique in tre atti su libretto in lingua francese di Victor-Joseph-Étienne de Jouy. La prima rappresentazione avvenne all'Académie impériale de Musique di Parigi il 15 dicembre 1807, ma nel Novecento resta memorabile l’interpretazione di Maria Callas al Teatro alla Scala nel 1954, con la regia di Luchino Visconti e la direzione musicale di Antonino Votto. La Vestale fu poi riproposta proprio da Riccardo Muti alla Scala per l’apertura della stagione il 7 dicembre 1993, con uno spettacolo che vide la regia di Liliana Cavani.
Oltre ai meriti artistici, Spontini va ricordato per per lo stretto legame con la sua terra, dove tornò spesso e dove trascorse gli ultimi anni della sua vita (morì il 24 gennaio del 1851) facendo generose elargizioni ai poveri. Sulla facciata della casa dove morì, oggi interessante museo e biblioteca ricco di cimeli e arredi originari, una targa ricorda una frase di Spontini del 1846, molto significativa: “Immortali sono nel vero buon senso morale, non Il Barbiere di Siviglia, ne la Vestale! Non Ferdinando Cortez. E l’Olimpia o il Milton, ne la Gazza Ladra, e Otello! Ma bensì immortali saranno la moralità, la carità, le azzioni generose, religiose e pie d’ogni buon cristiano!” A Maiolati il compositore fece costruire un Ospizio per anziani, la Casa delle Fanciulle e il Monte di Pietà. Il 4 febbraio 1843, con un atto notarile, istituì le Opere Pie Spontini, oggi Fondazione Gaspare Spontini, tuttora amministrate secondo la sua volontà.
Qui Muti è venuto la mattina del 17 marzo, accolto dalle autorità locali e regionali. Muti ha deposto una corona di fiori davanti alla tomba di Spontini, un sarcofago in marmo grigio scolpito a bassorilievo, in cui le spoglie del musicista furono traslate il 7 marzo 1853. Sulla tomba di Spontini, Riccardo Muti ha espresso al sindaco Tiziano Consoli il rammarico per non veder riunite le spoglie di Spontini a quelle della amatissima moglie, Céleste Erard, che tornò a Parigi dopo la morte del compagno. "Ho provato a lungo, e con appelli a più Presidenti della Repubblica, a ricongiungere Gaspare alla sua Céleste", ha raccontato. Un obiettivo sul quale il direttore intende perseverare.
Il presidente della Fondazione Gaspare Spontini, Paolo Perticaroli, ha conferito a Muti la carica di Sostenitore Onorario della Fondazione medesima “per il suo impegno e la diffusione ad un pubblico sempre più vasto della musica e delle opere spontiniane e per la sua profonda sensibilità e generosità verso gli anziani della casa di riposo”. Muti ha posato per una foto insieme agli ospiti e al personale della casa di riposo. Le suore indiane della Congregazione di Sant’Anna hanno donato al maestro un elegante tessuto di seta che Muti ha subito indossato riconoscente.
"Vorrei ricordare un episodio che porto con me”, ha raccontato Muti. “Quando diressi la Vestale al Teatro alla Scala di Milano, poco tempo dopo ritenne doveroso far visita a Maiolati e venni con mia moglie su questo colle. Le strade erano vuote e la città assolata. Mi resi conto che la città viveva profondamente il senso di appartenenza a questo gigante e mentre camminavo sentivo il suono della Vestale nell'aria. Seguii il suono e mi imbattei in un artigiano del legno che con la musica del Maestro accompagnava il suo lavoro”. L'artigiano ricordato da Muti si chiama Giancarlo Bartoloni, ha 60 anni ed ancora oggi restaura mobili antichi sulle note della Vestale. Avvicinandosi a Muti, timidamente, lo ha salutato con commozione. “Sono io quell’artigiano”, ha detto il restauratore, “quelle note fanno parte della mia vita”.
Dopo l’inaugurazione delle celebrazioni spontiniane del 16 e 17 marzo, seguiranno al Teatro Pergolesi, due nuove produzioni operistiche, che sempre più metteranno l’accento sulle maestranze d’altissima eccellenza artigianale che rendono la Fondazione Pergolesi Spontini un unicum di indubbio prestigio internazionale fra i centri produttivi europei. A ottobre la La Vestale (dove spicca nel cast la presenza di Carmela Remigio) e a novembre la prima esecuzione assoluta in tempi moderni del melodramma buffo I quadri parlanti.
Gli appuntamenti principali verranno costantemente affiancati da attività didattiche e divulgative dedicate a tutta la cittadinanza, a partire dai più giovani, fra cui a luglio gli “Spontini Days”, giornate che ricalcano lo spirito spontiniano più autentico, e a settembre Il Concerto Spirituale, in cui Leonora Armellini donerà la sua musica agli ospiti di una struttura sanitaria dedicata a persone con malattie neuromuscolari, ed alle loro famiglie. Arricchiscono ulteriormente il cartellone simposi e convegni scientifici e la presentazione della revisione musicologica dell’opera magica Alcindor, prevista a dicembre a Parigi.