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sabato 02 novembre 2024
 
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L'omaggio di Muti ai martiri delle Fosse Ardeatine

21/03/2024  Il 24 marzo, nel giorno dell'80° anniversario dell’eccidio nazifascista, il maestro dirige un concerto a Roma. In programma la Sinfonia n. 9 del compositore americano William Schuman e la Sinfonia "incompiuta" di Schubert

Domenica 24 marzo sarà l’80° anniversario dell’eccidio nazifascista delle Fosse Ardeatine. Fu una delle pagine più orribili della storia italiana. La rappresaglia dei nazisti per l’attentato compiuto dai partigiani a via Rasella (32 soldati e due civili uccisi) provocò l’arresto e l’uccisione di 335 persone in una cava di pozzolana alle porte di Roma: le Fosse Ardeatine. I morti venivano da 18 regioni, 6 erano nati all’estero e 9 erano stranieri, 32 avevano tra i 15 e i 21 anni. Fra di loro c’erano prigionieri politici, ebrei e detenuti delle carceri fasciste, militari, poliziotti e carabinieri.

Fra le varie iniziative che ricordano l’evento, quest’anno  spicca il concerto diretto da Riccardo Muti che si svolgerà la sera del 24 marzo, alle 21,  nella Sala Santa Cecilia del Parco della Musica di Roma.

Promosso dalla Fondazione Orchestra Giovanile Luigi Cherubini con il patrocinio del Ministero della Cultura, del Comune di Roma e della Comunità Ebraica di Roma e il contributo della Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’evento vedrà Muti sul podio dell'Orchestra Cherubini, alla quale si uniranno strumentisti della Banda dell’Arma dei Carabinieri. Le 335 vittime dell’eccidio perpetrato dai Nazisti il 24 marzo del 1944 a Roma saranno ricordate con un programma che, accanto alla prima italiana della Sinfonia n. 9 di William Schuman intitolata “Le Fosse Ardeatine, prevede l’esecuzione della Sinfonia n.8 “Incompiuta” (ne furono composti solo due movimenti) di Franz Schubert. Il concerto, a ingresso gratuito, è organizzato in collaborazione con ANFIM - Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri, Accademia di Santa Cecilia e Ravenna Festival.

William Schuman (1910-1992), nato in una famiglia ebrea di Manhattan e premio Pulitzer per la musica nel ‘43, è stato direttore della prestigiosa Julliard School of Music di New York dal 1945 al 1961 e nella sua carriera ha composto dieci Sinfonie. Schuman visitò il memoriale delle Fosse Ardeatine nella primavera del 1967 con la moglie e una coppia di amici. “In nessuna delle mie precedenti sinfonie ho usato un elemento estrinseco o non musicale”, spiegherà il compositore circa la decisione di legare la sua nona sinfonia alla memoria dell’eccidio, “Francamente, non c’è un valido motivo musicale per questa integrazione al titolo della composizione. L’opera non tenta di rappresentare l’evento in maniera realistica e il suo effetto sul clima emotivo del lavoro avrebbe potuto rimanere una questione privata. Le mie ragioni non sono quindi musicali, ma filosofiche. Bisogna venire a patti con il passato per costruire il futuro, ma in quest’opera sono nemico dell’oblio”.

Quella di domenica sarà la prima esecuzione italiana della Sinfonia, che Riccardo Muti ha già diretto nel febbraio del  2019, in occasione del 75° anniversario dell’eccidio, alla guida della Chicago Symphony Orchestra. In quella occasione la composizione di Schuman fu eseguita insieme al Requiem di Mozart. La critica all’epoca scrisse di una performance “sconvolgente”.

Fra le vittime dell’Arma dei Carabinieri alle Fosse Ardeatine c’era anche il ravennate Giovanni Frignani, tenente colonnello che arrestò di Mussolini. A Frignani è dedicata la rappresentazione teatrale che, per l’occasione, viene proposta nelle scuole superiori di Roma aderenti all’iniziativa gratuita. Sulla scia di Storie di Ravenna di Ravenna Teatro, progetto nato sei anni fa dalla volontà di raccontare la storia della città attraverso la voce di studiosi ed esperti, utilizzando però i tempi e i linguaggi del teatro, L’uomo che arrestò Mussolini. La storia di Giovanni Frignani è un’occasione per gli studenti di riscoprire un doloroso frangente della storia italiana attraverso il testo di Alessandro Luparini, direttore della Fondazione Casa di Oriani-Biblioteca di Storia Contemporanea di Ravenna, con la regia di Alessandro Argnani di Ravenna Teatro.

 
 
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