Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 18 marzo 2025
 
Creatività
 

L'omaggio di un artista a un imprenditore calabrese

16/03/2022  Alle Gallerie Melesi di Lecco la mostra "Aveva le mani d'oro" dell'artista Pino Deodato, dedicata al Lanificio Leo

Inaugura sabato 19 marzo 2022 la mostra Aveva le mani d’oro nata dalla collaborazione tra Pino
Deodato, il Lanificio Leo, Prashanth Cattaneo e la Galleria Melesi di Lecco
 Aveva le mani d’oro è un progetto di arte e design che rende omaggio alla figura di Giuseppe Leo detto Peppino, imprenditore che ha dedicato la sua intera e lunga vita al lanificio di famiglia e insieme a tutti i padri che con passione, sacrificio e operosità educano i figli dando loro le possibilità per diventare adulti. Aveva le mani d’oro è il titolo scelto da Pino Deodato per il dipinto in cui l’omino blu, la figura ricurva che ricorre nelle opere dell’artista, è estremamente somigliante a Peppino Leo nella gestualità rituale del filare e del tessere che ha ricordato perfettamente fino agli ultimi giorni della sua vita quasi centenaria.Il Lanificio Leo è la più antica fabbrica tessile della Calabria. Fondato nel 1873, oggi è un hub di design contemporaneo dove un monumentale parco di macchine storiche si integra con tecnologie di ultima generazione, in una visione che unisce valorizzazione del patrimonio e delle abilità del saper fare tradizionale all’innovazione. È un brand a vocazione internazionale orientato all’espressione di nuovi linguaggi, una realtà manifatturiera in continuo dialogo con le arti visive che vede nella cultura del progetto il cardine intorno al quale sperimentare, per aprire sempre nuovi orizzonti di possibilità.Il Lanificio Leo è uno degli esempi più significativi di azienda-museo il cui modello di management coniuga il fare impresa con gli strumenti della cultura.L’immagine è stata riprodotta da suo figlio Emilio Salvatore Leo, attuale proprietario e direttore creativo del Lanificio Leo, su una federa da cuscino per l’area living della casa usando una tecnica di maglieria jacquard. Questo tessuto diventa così collettore di significati ed è l’esito di un processo di scambio e confronto dove il Lanificio Leo è luogo antropologico, dove le persone sono protagoniste della storia e dei processi produttivi, dove l’arte – nella sua dimensione veramente plurale di linguaggi – è un mezzo per esplorare il mondo, per entrare nei problemi della vita.
Il padre di Emilio Salvatore Leo diventa simbolo, pensiero, dedica. La sua figura ci aiuta a ricordare i
mestieri che stanno scomparendo e chi li ha tenuti vivi come i nostri nonni. L’artista Pino Deodato lo
rappresenta anche come omaggio alla generatività della persona adulta intesa come tensione che
comporta sempre la possibilità di compiere un energico salto verso la produttività e la creatività
al servizio delle generazioni. Accompagna l’uscita del manufatto tessile anche una pubblicazione a
firma di Prashanth Cattaneo, Aveva le mani d'oro, edita e stampata da Rubbettino, casa editrice e industria tipografica
che da 50 anni opera a Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro, stesso territorio del Lanificio
Leo.

 

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo