Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, chiama la comunità internazionale al capezzale dell’Afghanistan. Lo fa a Doha, la capitale del Qatar, diventata il crocevia delle attività diplomatiche che riguardano l’Afghanistan. È a Doha che si svolsero le trattative fra gli Stati Uniti e i Talebani ed è sempre la città qatarina il luogo dove oggi fanno base le rappresentanze diplomatiche occidentali in Afghanistan.
Guterres ha invitato a Doha, per colloqui che si svolgono in una località segreta, gli inviati speciali per l'Afghanistan di 25 Paesi e i rappresentati di varie organizzazioni internazionali per discutere l'approccio nei confronti del governo talebano, mentre la missione dell'Onu nel Paese si complica. Infatti l'organizzazione sta affrontando una delle peggiori crisi umanitarie del mondo in Afghanistan, aggravata dalla decisione dei talebani di impedire alle ragazze di andare a scuola e alle donne di lavorare, anche per l'Onu.
Durante l'incontro, Guterres dovrebbe fornire un aggiornamento sulle operazioni umanitarie cruciali della sua organizzazione in Afghanistan, dopo che alle donne afghane è stato vietato di lavorare con le agenzie dell'Onu. Secondo il più recente rapporto delle Nazioni Unite, già 34 milioni di persone (il 90 per cento della popolazione) vivono al di sotto della soglia di povertà. Due afghani su tre non sanno quando riceveranno il prossimo pasto. Secondo l’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), “l'economia non può ripartire se le donne non possono lavorare, mentre la crescita economica futura è limitata dalla mancanza di investimenti nell'istruzione delle ragazze e delle donne".
Giovedì scorso il Consiglio di Sicurezza, composto da 15 membri, ha votato all'unanimità una risoluzione che condanna le limitazioni imposte alle afghane. La risoluzione chiede, fra l’altro, “la piena, equa, significativa e sicura partecipazione delle donne e delle ragazze in Afghanistan” e “invita i Talebani a revocare rapidamente le politiche e le pratiche che limitano il godimento da parte di donne e ragazze dei loro diritti umani e dei loro diritti fondamentali”. Il ministero degli Esteri afghano ha respinto la risoluzione affermando che si tratta di una "questione sociale interna del Paese”.
In vista dell'incontro, un gruppo di donne ha manifestato a Kabul per opporsi a qualsiasi riconoscimento internazionale del governo talebano. “Combatteremo e saremo pronte a morire per riavere i nostri diritti”, hanno gridato le dimostranti. Ma l'Onu e le potenze occidentali sono irremovibili: la questione del riconoscimento dei talebani non è all'ordine del giorno. "Qualsiasi riconoscimento dei talebani è completamente fuori discussione", ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa Vedant Patel. Il portavoce del ministro degli esteri afghano ha dichiarato che “ogni incontro senza la partecipazione del governo afghano è inutile e controproducente”.
Il Qatar ospita l'ufficio politico dei Talebani a Doha dal 2012 e ha svolto un ruolo di mediazione fondamentale tra il gruppo e la precedente amministrazione afghana e l’Occidente. Lo Stato del Golfo è diventato una piattaforma di dialogo tra la comunità internazionale e i Talebani, soprattutto all'indomani della conquista di Kabul da parte del gruppo nel 2021. Da allora, Doha ha ripetutamente invitato la comunità internazionale a non isolare l'Afghanistan, esortandola a dare priorità alla necessità di affrontare la situazione umanitaria sul campo.