Monsignor Jean Benjamin Sleiman, arcivescovo latino di Baghdad,
Per contrastare efficacemente l’Isil, l'esercito dello Stato islamico della Siria e del Levante, «occorre un ampio consenso internazionale, senza escludere nessun Paese.
La coalizione che sta nascendo mi sembra ancora non del tutto chiara e
temo un innalzamento della violenza e degli scontri». Monsignor Jean Benjamin Sleiman, arcivescovo latino di Baghdad, ragiona con l'agenzia di stampa Sir della situazione irachena. La decisione di Obama di dare
inizio a una campagna militare contro l’Isil, non convince il presule. «Diano retta a papa Francesco che ha detto che l’aggressore va fermato,
ma i modi con cui farlo siano scelti dal Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite, così da avere il più alto consenso internazionale».
L’opzione militare, sostiene monsignor Sleiman, «da sola non può bastare.
Questa deve andare di passo con scelte politiche miranti a limare anche
le divergenze interne presenti soprattutto nei Paesi arabi dove gli
elementi fondamentalisti hanno un certo peso. Il mio timore è che una
vasta coalizione dia il sapore della legalità ad un allargamento del
conflitto che le popolazioni non vogliono. Nel momento in cui si pensa
a contrastare l’Isil - conclude - è opportuno porsi delle domande: oggi
chi compra il petrolio dall’Isil? Chi vende le armi all’Isil? In questa
politica ci sono troppe ipocrisie!».